Morto Dario Bich, per tanti anni sindaco di Pontey

Il ricordo del figlio Matthieu: un vero Servitore dello Stato

Dario Bich (da Facebook)

Lutto per la scomparsa di Dario Bich, sindaco di Pontey tra il 1993 e il 2005. Il presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin, in un messaggio di cordoglio lo ricorda come "un uomo dalla grande competenza che ha dedicato il suo tempo mettendosi a disposizione della collettività senza mai risparmiarsi. Una persona che ha saputo lasciare la sua impronta nel mondo politico valdostano senza grossi proclami ma con il valore dei fatti".

In un messaggio condiviso sui social, il figlio Matthieu ricorda che tra "le sue tante passioni (la ricerca di funghi e minerali nei boschi di Pontey, la sua adorata casa in montagna a Bellecombe dove andava a preparare con cura quasi maniacale i suoi discorsi da sindaco) c’era anche la fotografia". Eletto in consiglio comunale a 21 anni per la prima volta, nel 1970, fu assessore prima di diventare sindaco. "La sua Amministrazione Comunale ha realizzato diversi progetti che tuttora sono sotto gli occhi di tutti i Pontesans: la realizzazione dell’area sportiva con 2 campi da tennis, la centralina idroelettrica comunale, la palestra scolastica, il gonfalone, lo stemma comunale, il libro su Pontey".

Il figlio ne rimarca poi l'attenzione verso il prossimo che "si rivede nei suoi trascorsi da Avisino e dalla sua esperienza tra gli Angeli del Fango in occasione dell'alluvione di Firenze del 1966. Fu uno degli otto giovani (oltre a lui Carlo Brunet, Gino Ghirardi, Sergio Marcomin, Davide e Massimino Glavinaz, Pierino Tillier, Pierino Jovet) che salirono con mazze, scalpelli, cemento e acqua in punta alla Cima Nera a 2.698 metri per realizzare il basamento su cui sarebbe stata posta successivamente la croce che tuttora veglia su Pontey".

Gli ultimi anni di Dario Bich sono stati segnati dalle malattie.

"Non credo che abbia ricevuto altrettanto bene in cambio, soprattutto dalla Res Pubblica - conclude il figlio Mathieu -. Ma riflettendo: non è forse questa l’essenza più profonda, tangibile e viscerale di un vero Servitore dello Stato? Servire con onestà e dignità senza aspettarsi per forza dei riconoscimenti o luci della ribalta ma solo il perseguimento del bene comune? Buon viaggio, Papà".

 

 

redazione

 

 

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