Boom di furti in negozi e botteghe: in Valle d'Aosta +77,5% in 10 anni

 

Solo in un caso su quattro il responsabile è identificato in breve tempo

spaccata-furtojpgNegli ultimi 10 anni i furti nei negozi e nelle botteghe artigiane sono aumentati del 165,5 per cento. Nel 2013, ultimo anno per cui sono disponibili le statistiche, le denunce hanno superato le 104.000 unità: tra furti e spaccate si sono verificati mediamente 286 reati di questo tipo al giorno; praticamente uno ogni 5 minuti. E non è da escludere che nell'ultimo anno e mezzo la situazione sia peggiorata ulteriormente.

A lanciare l'allarme sicurezza nei negozi è l'Ufficio studi della CGIA che ha elaborato i dati Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza e Istat. Se nel 2004 il numero di furti presso le attività commerciali/artigianali è stato di poco superiore alle 39.300 unità, nel 2007 ha toccato il picco massimo di questo ultimo decennio: 107.500. Nel biennio 2008-2009, invece, il numero di denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2013, a quota 104.393.

Le regioni più colpite sono state quelle del Centro-Nord: sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente. Nonostante i furti siano in crescita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione meno preoccupante. Se nel 2013 in Puglia si sono verificati 95,1 furti ogni 100 mila abitanti, in Sicilia se ne sono registrati 88,3, in Campania 80,8 e in Calabria 68,9. Nulla a che vedere con i risultati fatti segnare dalla Lombardia (235,9 ogni 100 mila abitanti), dalla Toscana (238,2), dalla Liguria (263,6) e, soprattutto, dall'Emilia Romagna che, purtroppo, guida questa speciale graduatoria con 268 furti.

La Valle d'Aosta invece si trova a metà della classifica con 122,9 furti ogni 100 mila abitanti e un aumento nel decennio del 77,5 per cento (da 89 a 158 casi). La tipologia di reato rende difficile per le forze dell'ordine risalire agli autori tanto che, nel 2013, solo in un caso su quattro il responsabile è stato scoperto nel corso dell'anno.

Un problema, quello della sicurezza, che ha coinvolto, loro malgrado, centinaia e centinaia di migliaia di attività commerciali e artigiane: come i negozi di alimentari, quelli di frutta e verdura, le macellerie, le gastronomie, i panifici, le gelaterie/pasticcerie, le attività di vendita di apparecchiature elettroniche e di elettrodomestici, la telefonia, i negozi di abbigliamento, le ferramenta, le attività di bigiotteria, le copisterie, le edicole, le cartolerie, i negozi di strumenti musicali, le attività di vendita e di riparazione delle biciclette, gli ottici e i fotografi, le fiorerie, le attività di vendita dei prodotti per l'igiene personale, i parrucchieri e le estetiste.

Ovviamente, sottolinea la CGIA, le attività più a rischio rimangono i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi, etc.), le gioiellerie e le tabaccherie. "L'installazione dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso sempre più massiccio agli istituti di vigilanza hanno trasformato i nostri negozi in piccoli fortini – segnala Paolo Zabeo della CGIA – nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto ai furti non sono sufficienti a scoraggiare i malintenzionati".E a preoccupare gli artigiani e i piccoli imprenditori di Mestre c'è anche un altro aspetto. "Nonostante la capillare ed encomiabile azione condotta sul territorio dalle forze dell'ordine – conclude Zabeo - il 77 per cento dei furti nei negozi rimane impunito".

 

Elena Giovinazzo

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