Disastro Testolin: una Caporetto annunciata e prevedibile

Incoscienza, superbia o impreparazione dell'Uv affondano Testolin. E ora la politica deve convincere i valdostani a tornare alle urne

 

Eppure non era la prima volta che Renzo Testolin veniva presentato come futuro presidente della Regione. In questi ultimi giorni ho scritto articoli molto duri nei confronti della scelta di Testolin come candidato presidente con funzioni di prefetto. La scelta di un uomo politico indebolito da una serie di vicende non proprio trasparenti su certe frequentazioni era già un azzardo. Poi non dimentichiamoci che nell'Union non regna un clima di pace e amore e unione.

Renzo Testolin e il capogruppo dell'UV Aurelio Marguerettaz

Renzo Testolin presenta il programma di governo al Consiglio Valle. Alla sua destra il capogruppo UV Aurelio Marguerettaz

Il nome di Testolin per la presidenza è emerso a più riprese dopo le elezioni regionali del 2020. Era accaduto a inizio legislatura in virtù del numero di preferenze, poi di nuovo a legislatura inoltrata quando la sedia di Erik Lavevaz da traballante è diventata incandescente. Alla fine però i malumori con gli alleati e le discordanze interne all'Union non hanno consentito di concretizzare il cambio di presidenza. Infine ieri: finalmente candidato, si presenta al Consiglio Valle e finisce affondato da fuoco "amico".

E allora viene da chiedersi: perché ostinarsi a proporre Testolin? Sembra quasi che la dirigenza del suo movimento avesse come obbiettivo quello di "bruciare" la persona. L'alternativa è che un qualche tipo di virus abbia offuscato la mente degli uomini e donne che dirigono l'UV facendoli insistere su una candidatura che, comunque la si pensi, era di fatto scottante.

Quale che sia la motivazione, le conseguenze di questa gestione politica vanno a discapito della Valle d'Aosta. Dopo anni di scelte politiche amministrative dannose si è passato all'immobilismo amministrativo per la gestione ordinaria. La classe politica che con spavalderia gestisce in un modo inaccettabile le sorti della nostra Regione ha anche il vizio di non accettare il confronto con la libera informazione. Non dimentichiamoci, dopo oltre venti anni, chi vi scrive è stato "bandito" dalle conferenze stampa in presenza di assessori regionali. La nostra colpa? Fare domande, domande scomode. Ma chi ha paura delle domande e della libera informazione ha paura del popolo. E questo rende la disfatta di Testolin la punta di iceberg che nasconde sotto la superficie il peggio di una politica fatta non per il popolo valdostano ma solo per alcuni, poveri, personaggi dentro e fuori Palazzo regionale.

Cosa accadrà ora? Gli sviluppi di questa mattinata indicano che dovrebbe essere compito del presidente pro tempore Luigi Bertschy mettere insieme un governo di scopo per cambiare la legge elettorale e poi probabilmente sciogliere il Consiglio regionale e andare a elezioni anticipate. Ma prima di tutto i trentacinque dovranno provare, con umiltà, a riattivare un dialogo con le persone per riportare gli elettori alle urne. Lo spettro dell'astensione è sempre più grande e scuro e rischia di inghiottire quel poco che è rimasto, grazie questa classe politica, della nostra democrazia e della nostra autonomia.

 

 

Marco Camilli

 

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