«Essere allontanati dai genitori è un trauma enorme, un taglio che rischia di lasciare una cicatrice per tutta la vita»

Le minacce ai giudici de L’Aquila non servono a nulla, se non a dar ragione a chi ragioni giustificative del proprio operato non ne ha. E’ indiscutibile che il ricorso a togliere ai genitori i propri figli (sospendere o revocare la responsabilità genitoriale) è, quasi sempre, un esercizio di un potere incontrollato da parte di chi non riesce a comprendere che la responsabilità genitoriale si sospende o revoca, solo e per poco tempo, quando sono state sperimentate, nei fatti, ma non nelle parole, le possibili soluzioni alternative. C’è stato, a parere dell’associazione che presiedo, un pericoloso atto di forza dei giudici, forse sollecitati dagli evanescenti servizi sociali, per affermare un principio di autorità, come se i figli appartengano alle istituzioni, anziché a coloro che li hanno messi al mondo e che hanno l’inalienabile diritto ad educarli a vivere nella società nel rispetto delle proprie convinzioni culturali. La legge, dimostrano questi giudici, non è uguale per tutti e non hanno la forza di verificare il funzionamento delle case famiglia, a vario titolo protette, dove gli educatori non sempre possono definirsi tali e dove il disagio dei minori conseguenziale alla sottrazione alla famiglia di origine non viene rielaborato, ma anzi, sovente è aggravato dall’indifferenza delle istituzioni e della politica che, invece, dovrebbero tutelare, in concreto, questi piccoli cittadini, senza limitarsi alla fatidica espressione nel superiore interesse dei minori, di cui sono pieni le sentenze, i decreti e le ordinanze sui minori, quando i genitori non sono più conviventi.
Il generale Robert Baden-Pawell, fondatore degli scout, non ha insegnato nulla o il suo messaggio esistenziale non è arrivato in Abruzzo (e in quasi tutti gli altri tribunali per i minori d’Italia) o non è conosciuto dai solerti giudici, impegnati a scovare i minori che vivono nei boschi con i propri genitori e, quindi, se considerano, loro malgrado, scandaloso il ritorno alla natura, bisogna compatirli.
Lo psichiatra e sociologo Crepet, come sempre puntuale e profondo, si è posto, ironicamente, la domanda “sì ai genitori che ignorano i figli per stare sui social tutto il giorno, ma chi li cresce liberi nella natura no?”. “Sarebbe bello – continua Crepet - se il 90% dell'attenzione rivolta alla famiglia che abita nel bosco di Palmoli la dedicassimo anche a chi vive in condizioni diverse, ma non per questo migliori”. Pur senza entrare nei dettagli del provvedimento dei magistrati, lo psichiatra manifesta forti dubbi, sottolineando l’impatto di una separazione sui minori: “Essere allontanati dai genitori è un trauma enorme, un taglio che rischia di lasciare una cicatrice per tutta la vita”.
Una magistrale risposta a chi ancora cerca di giustificare quei giudici che hanno sospeso/revocato la responsabilità genitoriale ad un padre e ad una madre che non costituiscono un pericolo per la crescita dei tre figli. Anche la rivista Donna Moderna, tra slalom e ambiguità, in fin dei conti, approva la tesi dei giudici, in nome della salvaguardia della socialità dei bambini.
Non ci sono dubbi sulla inutilità, se non pericolosità, dei provvedimenti dei giudici abruzzesi, che, come abbiamo sperimentato dal 1998 ad oggi, con i nostri iscritti ed iscritte della regione abruzzese, mancano di professionalità quando si pronunciano sull’affido dei minori e manifestano una palese sudditanza alle richieste di genere delle madri. Abbiamo denunciato, tante volte, che, con la giustizia ingiusta, non si tutela il superiore interesse dei minori, la bigenitorialità e cogenitorialità, come prevede la legge n. 54/2006, e si sconfessa il principio, come scritto in tutte le aule dei tribunali, secondo cui la legge è uguale per tutti.
Non servono a nulla gli insulti e le minacce alla presidente del Tribunale per i minori dell’Aquila e, tramite lei, ai giudici complici del provvedimento, ma, considerato il comportamento fin qui da loro tenuto, ci si deve porre l’interrogativo, urgente, sui tempi e sulla modalità per mandarli a casa da subito e per sempre. Per farlo, ovviamente, occorre coraggio e autonomia valutativa dei politici, non gradita sicuramente all’Anm abruzzese e nazionale, che, però, dinnanzi alle denunce di tanti genitori separati abruzzesi, non ha mai aperto una dovuta verifica, con l’emissione dei relativi provvedimenti, in caso di inadempienze.
I tre bambini sono stati tolti ai genitori proprio nella ricorrenza della Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo – 20.11.1989 – che, all’art. 3, parla della preminenza, in ogni decisione, del superiore interesse dei minori.
L’oltraggio ai minori e ai genitori, soprattutto al padre, è una prassi frequente, che va repressa energicamente, senza sì e senza ma, non solo nei tribunali dell’Abruzzo, ma in tutta Italia.
Chi parla di sequestro dei bambini da parte delle istituzioni, potrebbe avere espresso una valutazione comprensibile.
Ubaldo Valentini
Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps) – 347 6504095


