Bertin, "stop all'esercito di yes men nelle società partecipate"

Proposta di legge del gruppo misto per cambiare le modalità di scelta dei rappresentanti della Regione in partecipate e controllate

regione-targaAOSTA. Nuovi iter di istruttoria, una maggiore possibilità di controllo da parte del Consiglio regionale e l'attuazione della parità di genere sono alcuni dei cambiamenti che una proposta di legge vorrebbe apportare al sistema di nomine dei rappresentanti della Regione all'interno delle società partecipate e controllate.

La proposta arriva dai consiglieri regionali del gruppo misto Alberto Bertin, Elso Gerandin ed Andrea Padovani che spiegano: «è necessario smetterla con i carrozzoni tracimanti di Yes Men e cominciare a mettere le persone giuste al posto giusto».

«Le società partecipate - dice il primo firmatario Bertin - rappresentano un mondo parallelo del sistema pubblico: una galassia di circa 50 società che occupano una larga parte del sistema economico regionale e in grado di influenzare l'evoluzione dell'economia locale. Attualmente il numero dei nominati dall'Amministrazione regionale è di alcune centinaia di unità. Un piccolo esercito».

Il testo depositato mantiene in capo alla giunta regionale la decisione sulle nomine, ma intende inquadrare questa facoltà all'interno di parametri più precisi. «Il criterio prevalente nella scelta dei cosiddetti manager pubblici - afferma Bertin - è stato sinora l'appartenenza politica e la fedeltà al sistema, mentre non sembrano rivestire grande importanza, agli occhi dell'establishment politico locale, le conoscenze specifiche, l'esperienza, le capacità, gli studi e la preparazione».

La proposta di legge prevede che tutte le designazioni siano sottoposte all'esame preventivo della competente Commissione consiliare, la quale potrà esprimere un parere non vincolante. Il provvedimento chiede inoltre che ai candidati vengano richiesti alcuni requisiti necessari per gli incarichi dirigenziali delle amministrazioni del comparto unico regionale e prevede l'ampliamento delle ipotesi di incompatibilità dei candidati per conflitto di interessi. Più in generale, la proposta cambia l'iter istruttorio per la valutazione delle candidature.

«Con questa iniziativa legislativa - conclude Bertin - si propone quindi un cambio di rotta, introducendo criteri di trasparenza e di competenza proprio in considerazione dell'estrema rilevanza in termini economici e finanziari di queste società, alle quali, non a caso, sono assegnate dalla Giunta regionale alcune grandi opere e i più importanti "business" della nostra regione.»

 

Elena Giovinazzo

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