Adu si rivolge alla Corte dei Conti contro il collegamento di Cime Bianche

Presentato un esposto alla procura contabile di Aosta contro il progetto funiviario tra i comprensori di Cervinia e Ayas

 

Adu

Un esposto è stato presentato da Ambiente Diritti Uguaglianza alla procura regionale della Corte dei Conti della Valle d'Aosta contro il progetto del collegamento intervallivo di Cime Bianche. 

La documentazione trasmessa alla procura contabile nonché alla presidenza della Regione, ai gruppi consiliari e alla Monterosa Spa si concentra sulla possibile violazione delle norme di tutela ambientale e sull'iter amministrativo del progetto.

Secondo l'esposto «si ritiene illegittimo e comunque foriero di danni il procedimento di affido della progettazione di fattibilità tecnico economica» del collegamento intervallivo «e, maggiormente, quello relativo alla progettazione definitiva, sia per l'irritualità del procedimento seguito (assenza di DIP e Documento alternative progettuali, previsione di affido della progettazione definitiva a prescindere della conclusione della prima fase di progettazione), sia per la manifesta impossibilità - anche in questo caso, senza margini di discrezionalità per il soggetto attuatore della norma - di realizzare nuovi impianti in una zona sottoposta a regime di tutela ambientale europea». Il collegamento tra i comprensori di Cervinia e di Ayas prevede la realizzazione di un nuovo impianto funiviario in una zona tutelata come sito Natura 2000 per gli ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa.

Sull'argomento Cime Bianche il 19 novembre si svolgerà una conferenza ad Aosta con l'europarlamentare Tiziana Beghin e la deputata valdostana Elisa Tripodi. Parteciperanno anche Annamaria Gremmo, Marco Soggetto e Francesco Sisti del progetto fotografico "L'ultimo vallone selvaggio". Per Adu saranno presenti Daria Pulz e Alex Glarey della segreteria politica. L'incontro è in programma alle ore 20.45 nella sala conferenze della Bccv di viale Garibaldi.

«Su Cime Bianche - sostiene Adu - si scontrano una visione volta allo sfruttamento elettoralistico e capitalistico della montagna e un progetto di conservazione che ascolta i richiami da parte dei giovani all’urgenza di una svolta, a prendere in seria considerazione gli effetti travolgenti della crisi climatica anche sulle Alpi».

 

 

Clara Rossi

 

 

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