Indennità Covid a operatori sanitari, Corte Costituzionale respinge il ricorso dello Stato

L'ex assessore Baccega: 'nessun dubbio sulla piena legittimità anche di tutti i successivi provvedimenti'


Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso dello governo contro le indennità Covid-19 agli operatori sanitari valdostani e le deroghe sull'assunzione del personale.

Il Consiglio dei Ministri con il ricorso presentato nell'estate 2020 contestava la legittimità costituzionale del riconoscimento economico una tantum, previsto dalla legge sull'assestamento di bilancio 2020, e delle deroghe alle assunzioni in ragione dell'emergenza sanitaria. I giudici di Roma hanno dichiarato in parte inammissibile e in parte non fondate le tesi dell'Avvocatura generale dello Stato per violazione delle competenze statutarie e della disciplina del rapporto di lavoro pubblico-privato.

Citando la normativa, nella sentenza 5/2022 depositata il 17 gennaio i giudici spiegano in particolare che «la Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste provvede al finanziamento del Servizio sanitario nazionale nel proprio territorio, "senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato"» e che per «principio costante della giurisprudenza costituzionale», quando lo Stato non concorre al finanziamento del servizio sanitario di Regioni e Province autonome «non ha "titolo per dettare norme di coordinamento finanziario che definiscano le modalità di contenimento di una spesa sanitaria che è interamente sostenuta" da questi soggetti».

La sentenza è accolta positivamente dagli schieramenti politici regionali.

Per l'ex assessore regionale alla sanità Mauro Baccega «sulla base di questa pronuncia, nessun dubbio permane sulla piena legittimità anche di tutti i successivi provvedimenti adottati, del tutto analoghi a quelli proposti dal sottoscritto quando ricoprivo la carica di assessore regionale alla sanità, e di questo non posso che felicitarmi».

Alliance Valdôtaine «rileva come simili pronunciamenti non possano che confermare la necessità e l'opportunità di esercitare sempre e comunque, nei limiti della ragionevolezza, le competenze statutarie sulle quali si basa l'autonomia speciale della Valle d'Aosta. Se vi è una lezione da trarre da questa sentenza - afferma il movimento politico -, è che non bisogna temere di differenziarsi rispetto allo Stato o ad altre Regioni, costituendo la differenziazione il senso più profondo dell'autonomia regionale, nel momento in cui essa serve a soddisfare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, le necessità reali e accertate dei cittadini valdostani».

 

 

Clara Rossi

 

 

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