Annullata dalla Consulta la condanna al maxi risarcimento per i finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent

Accolto il ricorso della Regione per far valere l'insindacabilità delle scelte dei consiglieri regionali

 

Consiglio regionale

La Corte Costituzionale accoglie il ricorso della Regione sul conflitto di attribuzione e annulla le sentenze di condanna, emesse dalla Corte dei Conti della Valle d'Aosta prima e dalla III sezione giurisdizionale centrale di Appello poi, per i finanziamenti pubblici alla Casinò de la Vallée Spa.

La decisione della Consulta, depositata oggi, conferma la tesi dalla Regione autonoma Valle d'Aosta secondo cui lo Stato, per mezzo dei giudici contabili, avrebbe violato l'insindacabilità dei consiglieri regionali condannati a rifondere il danno erariale contestato e, in particolare, gli effetti della delibera del 2014 sulla ricapitalizzazione della casa da gioco di Saint-Vincent.

La delibera sull'aumento di capitale votata a maggioranza dal Consiglio regionale dell'epoca è un «atto di indirizzo politico-strategico», scrivono i giudici della Consulta. «La decisione relativa all'aumento di capitale della società di gestione della casa da gioco - altre volte operata con una legge, come era accaduto con l'art. 2 della legge regionale n. 49 del 2009 - è coessenziale alla decisione di rilanciare la casa da gioco, fatta oggetto dell’ordine del giorno approvato all’unanimità, con un consenso trasversale fra maggioranza e opposizione, quasi contestualmente alla delibera di ricapitalizzazione. Essa si delinea, quindi, come un aspetto della scelta di politica finanziaria regionale, operata dal Consiglio regionale, nell’esercizio delle sue prerogative di decisore politico, chiamato a scegliere fra più opzioni alternative».

Nella sentenza si legge ancora che «l'approvazione della delibera consiliare del 23 ottobre 2014, n. 823/XIV, contenente la ricapitalizzazione della società a totale partecipazione pubblica che gestisce il Casinò di Saint-Vincent, pur dando vita a un atto formalmente amministrativo, costituisce, da parte dei consiglieri regionali, esercizio di una funzione riconducibile a valutazioni di ordine eminentemente politico-strategico, inerenti all’autonomia decisionale dell’organo politico della Regione Valle d’Aosta, in quanto tali esenti» da «responsabilità (penale, civile e amministrativa)» in base all'art. 24 dello Statuto speciale. «Non spettava, pertanto, allo Stato, e per esso alla Corte dei conti, terza sezione giurisdizionale centrale di appello, adottare la sentenza» dei consiglieri ed ex consiglieri regionali. 

La sentenza della Consulta annulla la condanna della III sezione giurisdizionale di Appello che imponeva a 18 politici di risarcire la Regione per un totale di 16 milioni di euro.

 

 

Clara Rossi

 

 

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