Maretta in casa Lega sulla proposta di legge elettorale

Il vice capogruppo Aggravi esprime dubbi e non firma. Sammaritani: i partiti prima di tutto, poi le individualità

 

Conferenza stampa del Centrodestra unito

Il Centrodestra unito ha depositato in Consiglio regionale la propria proposta di legge elettorale. Attorno al testo però nasce una piccola disputa interna in casa Lega. La proposta infatti non è stata firmata dal consigliere regionale Stefano Aggravi, vice capogruppo leghista. Anche altri consiglieri regionali inoltre avrebbero espresso delle perplessità.

Via social Aggravi spiega i suoi dubbi su un possibile conflitto con l'articolo 15 dello Statuto Speciale. "Vi è un aspetto di questa nuova proposta che non mi convince del tutto - scrive - e credo possa rappresentare un punto di debolezza rispetto agli altri contenuti che nel complesso ricalcano la traccia definita dalle due proposte di area già depositate", cioè quelle presentate in precedenza da Forza Italia e Lega. "Forse - aggiunge Aggravi - si sarebbe dovuto/potuto dedicare qualche istante in più per dirimere la questione, ma i tempi della politica in questo caso non hanno aiutato. Per questo motivo, molto modestamente, preferisco restare il più attinente possibile alle previsioni del nostro Statuto Speciale (i.e. art. 15) e scegliere (a malincuore) di non sottoscrivere una proposta di legge che non mi convince pienamente".

La posizione di Aggravi è stata commentata dal primo firmatario del testo, Paolo Sammaritani. "Da giurista - ha dichiarato il consigliere - so benissimo che esistono altre leggi vigenti in Italia che hanno dei sospetti di incontituzionalità, ma stanno operando normalmente. La legge elettorale è anche un forte atto politico: il messaggio che vorremmo lanciare è di dare maggiore credibilità e peso al voto delle persone". L'aspetto politico quindi prima, poi quello tecnico. «Bisogna tenere conto - ha aggiunto Sammaritani - che una legge elettorale è sempre frutto di un grosso compromesso anche a livello di Commissioni e di Consiglio. Noi auspicheremmo che il modello sia quello che abbiamo scritto, ma è difficile pensare che la legge sarà esattamente questa".

Ancora Sammaritani sulla mancata condivisione del testo: "Noi crediamo nel sistema dei partiti: quindi prima di tutto ci sono i partiti e poi le individualità che sono libere non essendoci il vincolo di mandato, ognuno può ritenere di fare ciò che crede".

Aggravi, dal canto suo, precisa: "Ho sempre ritenuto che politica e tecnica debbano trovare tra loro un punto di equilibrio. L'una non deve dominare l’altra. In questo caso il dubbio mi resta e preferisco non rischiare di venire meno al fondamento delle nostre Istituzioni regionali (i.e. lo Statuto speciale). Sicuramente per molti questo aspetto può essere marginale o non fondamentale per una legge che comunque contribuirà alla scrittura di quella definitiva (le attuali proposte di legge elettorale sono tutte martiri). Per me no e per questo preferisco, in libero arbitrio, fare questa scelta".

 

 

Marco Camilli

 

 

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