Intervista al capogruppo in Consiglio Valle: dalle elezioni «ci aspettavamo di più». Apertura su eventuale accordo con l'UV per la Regione: «disponibilità a discutere sui programmi»
Andrea Manfrin, capogruppo della Lega Vallée d'Aoste in Consiglio regionale: un commento al risultato della elezioni per la Lega VdA.
«Il risultato è stato sicuramente non soddisfacente, nel senso che ci aspettavamo di più. Detto questo, se allarghiamo lo sguardo, siamo la forza politica più in salute tra quelle presenti su scala nazionale fatta eccezione per AVS. Lega e AVS hanno mantenuto in Valle le percentuali attribuite a livello nazionale (per AVS tra il 6 e il 7 per cento, per la Lega fra l'8 e il 9 per cento) nonostante due forti competitor che hanno fatto un risultato importante: da una parte l'Union Valdôtaine e dall'altra gli Autonomisti di Centro. Le altre forze politiche hanno preso nettamente meno rispetto alla loro collocazione nazionale. Se poniamo la valutazione in questi termini, direi che abbiamo contenuto le perdite meglio di altri».
Come Lega partivate in Valle d'Aosta da un 24% del 2020 e a livello nazionale cinque anni fa aveva la forza politica per diventare premier. Ora siete attorno al 9% e localmente alcuni politici sono usciti dal partito. Qual è la causa di questo risultato?
«Questo tipo di valutazione secondo me è errato perché non tiene conto di quanto c'è stato in questi cinque anni. Già nel 2024 è iniziata quella che i giornalisti chiamano la "character assassination", cioè prendere di mira un avversario politico e ridicolizzarlo. Fino a quando Matteo Salvini è stato dipinto come il leader duro, cattivo, che andava contro gli immigrati e faceva la faccia feroce, i consensi sono aumentati. Quando invece è iniziata la character assassination - ed è successo anche con Renzi, Di Maio, Berlusconi (anche se lui aveva le tv per controbattere) e un po' tutti - a Salvini sono state affibbiate cose: era un cretino, una persona che non sapeva di cosa parlava, che faceva l'opposto di quello che diceva, che non sapeva fare le cose, che porta sfortuna. Questo ha deteriorato la sua immagine agli occhi di chi non ha l'abitudine di approfondire. Ma secondo me bisogna andare oltre: oggi chi vota solo guardando il leader fa il tifoso, il fan. Una persona deve votare in base ai valori che ritiene più vicini ai suoi. Oggi all'interno del Centrodestra abbiamo una collocazione politica molto diversa: la parte di Forza Italia più moderata ed europeista, quella di Fratelli d'Italia di conservatori a metà tra l'europeismo e l'euroscetticismo e poi la Lega che è fortemente euroscettica, eurocritica e molto sovranista. In Valle d'Aosta poi sono le persone a fare la differenza e spostare consensi, e lo abbiamo visto con le preferenze a Testolin. Se mettiamo in conto il fatto che ben cinque consiglieri regionali in Lega sono andati in altri movimenti, è inevitabile chiedersi: quanto hanno tolto alla Lega? Mi ripeto: nonostante un ribasso rispetto agli altri partiti del livello nazionale (ma siamo sempre il quarto partito), la Lega secondo me ha fatto un buon risultato. Possiamo essere soddisfatti? No, ma è un buon punto di partenza».
Questione Russia-Ucraina. Di tutti i politici che compongono il governo in Italia, l'unico che non ha mai preso le distanze da ciò che sta facendo Putin è Salvini. Ricordiamo l'abbraccio all'ambasciatore di poco tempo fa. Quanto questa situazione può aver messo a disagio in alcuni elettori della Lega?
«Secondo me no. Partiamo dal presupposto che ritengo sia un grave errore alimentare una guerra che non ci interessa e che ci danneggia da un'altra parte del mondo. Abbiamo sempre detto che la soluzione è diplomatica e non certo continuare a fornire armi per arrivare chissà dove, perché anche i bambini sanno che i territori dell'Ucraina non possono essere recuperati. Secondo me non c'è in realtà né un disagio né un disorientamento, anzi molte persone ci chiedono di "estraniarci" da quel tipo di conflitto che, non dimentichiamolo, che ci piaccia o no ha creato gravi ripercussioni sulle famiglie e le imprese italiane perché il gas erogato dalla Russia all'Italia e all'Europa era molto meno oneroso del Gnl fornito dagli Stati Uniti. Se mettiamo questo sul piatto e immaginiamo di dire che non è più il tempo delle barriere, né di spingere la Russia verso Cina e India, forse l'idea della diplomazia è la migliore. La gente ci chiede perché dobbiamo pagare per una guerra in cui non c'entriamo niente. Quando senti le loro motivazioni - che l'Ucraina non fa parte dell'Ue né della Nato e una guerra in realtà va avanti da sette anni e non è iniziata ieri - una persona due domande se le fa. Il fatto che tanti, anche elettori non della Lega, vogliano un rapporto diverso con la Russia, non penso abbia influito».
Torniamo in Valle d'Aosta. L'UV ha vinto le elezioni e Testolin si è detto pronto a essere di nuovo presidente della Regione toccando la questione del limite dei mandati. Cosa ne pensa?
«Penso si debba seguire la legge. In questa legislatura è stata portata avanti una battaglia su questo e le risposte date sono che da una parte c'è una parere e dall'altra una legge. Quando queste due visioni si scontreranno, capiremo chi ha ragione. Penso che sicuramente le battaglie fatte non si fermeranno qui, ma temo che oggi sia già partita la gara e il confronto nell'UV per capire chi farà il presidente della Regione».
Cosa si aspetta da questi cinque anni di legislatura?
«Mi piacerebbe una Valle d'Aosta più vicina alle tradizioni, perché significherebbe ritrovare il valore autentico dell'autonomia e della nostra identità, ma bisogna aspettare che venga fuori il nuovo governo. Non possiamo sapere a priori cosa ci aspetta. Se l'idea è di riconoscere il fatto che in Valle d'Aosta il secondo competitor è il centrodestra, allora ne prendiamo atto. Se invece si vorrà pervicacemente continuare ad andare a sinistra, allora è un segno che si vogliono fare le cose contro il volere popolare e questo causerà dei problemi alla nostra regione».
La politica è l'arte del compromesso. Un accordo della Lega con l'UV per la maggioranza sarebbe possibile?
«Vediamo innanzitutto quale sarà l'esito delle elezioni comunali di Aosta e del ballottaggio, che per noi è importante. Ci auguriamo che possa essere positivo per il nostro candidato Girardini. Quello che accadrà alle trattative da qui al 28 ottobre (giorno della prima riunione del Consiglio Valle, ndr) lo valuteremo come coalizione. Penso che ci sia disponibilità a discutere sui programmi, non sui posti. Se questa discussione porterà a modificare l'impostazione di sinistra per dare un contentino al PD, parliamone. Non ci sono preclusioni».
Marco Camilli