Def, Renzi: non ci saranno nuove tasse né tagli

Il premier dopo il Cdm: Nel 2015 gli italiani pagano 18 mld di imposte in meno

renzi-confe«Niente nuove tasse né tagli ai servizi nel Documento di economia e finanza per il 2016. Chi ne parla dice cose false». E’ questo il messaggio che Matteo Renzi vuole dare nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al primo esame preliminare del Def da parte del consiglio dei Ministri. «Nel 2015 - ha infatti affermato il presidente del Consiglio - gli italiani pagano 18 miliardi di tasse in meno, il Def va su questa linea non avendo ulteriori riduzioni di tasse. Nel 2015 ne abbiamo ridotte per 18 miliardi di euro: 10 dagli 80 euro e 8 dai provvedimenti sul lavoro. Dobbiamo aggiungerci anche i 3 miliardi di clausole di salvaguardia previsti dal precedente governo che abbiamo disinnescato. Le imposte non aumenteranno, la discussione su un’eventuale riduzione di tasse proseguirà nel 2016 ma nel 2015 sono i 18 miliardi che abbiamo già detto».

Renzi ha poi voluto sottolineare che «la dichiarazione dei redditi precompilata nel 2015 va considerata un numero zero, una prima versione». «Sul fisco – ha poi aggiunto - abbiamo iniziato un percorso che non sarà scoppiettante». Renzi ha poi prennunciato che venerdì mattina sarà designato il nuovo sottosegretario («o sottosegretaria») alla Presidenza del Consiglio al posto di Graziano Delrio, passato al ministero delle Infrastrutture eTrasporti.

Dal canto suo il ministro dell'Economia ha illustrato i numeri principali del Documento di economia e finanza che verrà licenziato venerdì prossimo. «L’economia internazionale è migliore di quella che si pensava qualche mese fa e anche quella italiana - ha detto Pier Carlo Padoan nella conferenza stampa seguita al Cdm -. Si continua ad andare avanti in un quadro già tracciato e si rafforzano i risultati che ci dobbiamo attendere: se si consolida la fiducia dei cittadini e delle imprese dopo che si è consolidata quella dei mercati e delle istituzioni allora le aspettative di adesso potrebbero essere sbagliate per difetto - ha detto ancora Padoan -. Per il momento preferiamo essere prudenti dunque ipotizziamo un Pil allo 0,7 per cento per il 2015, 1,4 per il 2016 e 1,5 per il 2017 a fronte di un tasso di crescita che si rafforza ci sarà un profilo di finanza pubblica che si rafforza e dunque si prevede per il 2015 un indebitamento al 2,6 per cento, all’1,8 nel 2016 e allo 0,8 nel 2017».

 

redazione

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