La politica, il diritto di cronaca, la capacità di confronto: video intervista al segretario PD Centoz

 

La stretta delle intercettazioni di Renzi all'esame del Parlamento, ma questa volta nessuno si indigna

Renzi-pdx300AOSTA. Il Parlamento italiano è tornato di recente ad occuparsi di intercettazioni, un argomento non tanto sentito dai cittadini alle prese con crisi, disoccupazione, tagli ai servizi e corruzione, ma che evidentemente rappresenta una priorità per l'Italia (se così non fosse non si spiegherebbe la ciclicità con cui viene ripreso dal governo di turno).

L'ultimo grosso tentativo di dare una stretta alle intercettazioni "sbattute" in prima pagina risale al governo Berlusconi e scatenò dure reazioni. E' facile ricordare la campagna di protesta del post it di Repubblica e le critiche piovute da una buona fetta di artisti, cantanti, personalità del mondo dello spettacolo e della cultura in generale apertamente schierati con il centrosinistra. Attualmente a riproporre la questione è il governo Renzi con limitazioni sotto certi aspetti ancora maggiori rispetto al testo del centrodestra. All'orizzonte però non si profilano né proteste, né prime pagine "shock" da parte dei quotidiani italiani, né dichiarazioni scandalizzate dal mondo dello spettacolo. Perché? Ne abbiamo parlato con il segretario del Partito Democratico della Valle d'Aosta, Fulvio Centoz.

Senza scendere nei dettagli tecnici di ciò che prevede la riforma, abbiamo chiesto al segretario e sindaco un parere sullo spirito della legge e su come sta cambiando il rapporto tra una classe politica che pare sempre meno preparata al confronto, i mezzi di informazione ed i cittadini/elettori. Nel video in basso la video intervista integrale con le risposte di Centoz.

 

Marco Camilli

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