Lo stop ai proprietari di seconde case è una discriminazione assurda

Riceviamo e pubblichiamo

 

letteraBuonasera, in riferimento all’ordinanza emessa dal Presidente della regione Valle d'Aosta Lavevaz, riguardante la limitazione assoluta agli accessi alle seconde case da parte dei residenti in altre Regioni, ci tengo ad esporre il mio pensiero.

Anzitutto, e lo dico da residente in Valle, è assurdo a mio avviso che l’unica Regione in Italia che ha preso questa decisione sia proprio la Valle d'Aosta, visto e considerato da noi che il tasso di occupazione da ospedaliera è tra i più bassi d’Italia al momento. Inoltre ciò che mi lascia veramente perplessa è che essendo la nostra una Regione al confine con Nazioni estere, sia concesso (per forza di cose, perché Lavevaz non ha giurisdizione in tal senso) a Francesi e Svizzeri di recarsi nella nostra Regione, escludendo invece coloro che hanno investito per acquistare o affittare un immobile da noi. Personalmente la ritengo una discriminazione assurda, e ben poco rispettosa appunto nei confronti di chi si è innamorato della Valle d’Aosta al punto di acquistare un immobile.

Forse non lo riterrei così ingiusto se la decisione fosse presa a livello Nazionale e se venissero bloccati gli accessi a chiunque nella Regione non sia residente, perché mentre il turista svizzero o francese ci visitano senza realmente portare “ossigeno” a tutto l’indotto, chi è titolare di seconde case, grazie a permanenze più prolungate e alle imposte che paga, realmente ci garantisce un po’ di respiro in questa situazione. Forse a Lavevaz non è chiaro che l’abbandono totale di piccole località turistiche, compromette l’intera economia dei suddetti paesi e delle famiglie che ci vivono.

Bloccare solo loro, mentre gli stranieri possono scorrazzare a loro piacimento nella nostra Regione, per impedire il contagio “da fuori”, è un po’ come cercare di filtrare la polenta con uno scolapasta. Capisco bene l’indignazione e la rabbia di coloro che da ormai un anno vengono trattati come “invasori”. E poi, diciamocelo, non è per niente rispettoso. Comprendo perfettamente la loro rabbia e sono solidale con loro, perché onestamente mi pare una decisione assurda e senza un vero fondamento scientifico. Non penso sia l’atteggiamento giusto da tenere in una regione a vocazione turistica come la nostra.

Mi unisco al coro di coloro che la ritengono una decisione presa senza una base “logica”, e chiedo a chiunque mi legga il perché un milanese dovrebbe portare il virus e uno svizzero invece no, visto e considerato che la gestione dell’epidemia in Svizzera è decisamente più “libertina” e non costellata di restrizioni e divieti come invece accade in Italia.



lettera firmata

 

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