…così mi libero un po’. Da tutto il veleno con cui hai riempito la mia mente e il mio corpo. Perché le malattie mentali non sono causate solo da uno scompenso chimico del nostro cervello o da una tara genetica. Di malattie mentali ci si ammala quando la vita è particolarmente dura con qualcuno di noi. Non è difficile.
Basta una famiglia disfunzionale. Basta una carriera scolastica, universitaria o professionale non particolarmente brillante. Basta un lutto che non si riesce a elaborare.
a tu, caro/a aguzzino/a, non ti rendi conto che basti anche solo tu. Basta una relazione – sentimentale o amicale – affettiva in generale che ci faccia dubitare ogni giorno di non essere degni che qualcuno a cui vogliamo bene ci voglia bene a sua volta.
È sufficiente che tu faccia di tutto affinché noi ci crediamo importanti e speciali per te e, una volta ottenuto da noi ciò che volevi, ci umili costantemente con il tuo modo di fare. Tu devi stabilire sempre il come, il quando e il perché. Noi non abbiamo alcuna voce in capitolo. Noi non abbiamo alcun diritto. Dobbiamo solo sottostare ai tuoi voleri.
Vederci piangere, soffrire, stare male non è qualcosa che ti spinge a riflettere: è qualcosa che ti spinge a godere dello stato in cui ci hai ridotti. Qualcuno ti definirebbe malvagio/a. È più difficile, invece, che qualcuno ti definisca per quello che realmente sei: malato/a.
Perché nutrirsi del dolore degli altri non può essere definito diversamente. Perché sei il carnefice di tutti noi che siamo così deboli da permetterti tutto questo. Non sarebbe corretto, infatti, dire che la causa del nostro male sei tu. Noi siamo responsabili di averti concesso questo grande potere nelle nostre vite.
L’istigazione al suicidio è un reato penale in Italia, ma non è facile provare il nesso di causa ed effetto che ci ha condotti a cercare la soluzione più estrema per non soffrire più. Inoltre, tu sarai il/la primo/a a giurare di averci sempre voluto bene e di avere tentato di tutto per aiutarci.
Non ci sarà niente da fare per curare la tua malattia, ma dobbiamo almeno preoccuparci che altre persone non diventino tue vittime dopo di noi. Perciò, se qualcuno di voi, ha un/a aguzzino/a al quale rivolgersi – attraverso le pagine di questo giornale – noi saremmo ben lieti di “prestarvi” una voce pubblica e aiutarvi… ad aiutarci tutti.
Se vi va di scriverci per raccontarvi la vostra storia, noi saremo a vostra disposizione per metterla nero su bianco. Grazie.
Barbara Giangravè
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