Assessore Marzi, lasci perdere!

Una dignitosa ritirata dalle scene politiche è pur sempre meglio che il perseverare nella mala gestione di un assessorato alla Salute, Sanità e Politiche sociali, dove di sociale non c’è più nulla e dove predominano gli interessi di chi, con l’abuso istituzionale, cavalca un potere che, di originale, non ha nulla. E’ offensivo dire, dinnanzi ad un chiaro abuso di potere per fare cassa, però mal riuscito, che la regione, non pagherà un centesimo dei 27 mila euro a cui è stata condannata, assieme all'Ausl (sentenza del 2 febbraio 2024), perché ha attivato l’assicurazione. Ma a che gioco stiamo giocando da molto tempo?
La somma dovrà essere data ad una coppia di genitori a cui, cinque anni or sono, era stata ingiustamente sospesa la responsabilità genitoriale, di cui ne aveva parlato, a suo tempo, anche la nostra associazione, ovviamente senza risposta da parte di un altro onnipresente assessore fai da te, che imponeva ai padri che chiedevano un contributo economico regionale di togliere l’iscrizione alla nostra associazione e di revocare il mandato ai legali con noi convenzionati, perché non amava essere criticato.

La chiarezza, fino in fondo, non è una possibilità, ma un dovere preciso a cui gli amministratori non possono sottrarsi. Il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin, che ha sollevato il problema, e la notizia che la stampa locale, sempre ben allineata col potere politico, non aveva portato alla conoscenza dell’opinione pubblica, ha chiesto di conoscere se sono stati fatti accertamenti per «comprendere come si sia arrivati a condurre un sopruso del genere”. Oggi il consiglio regionale ha risposto all’interpellanza del capogruppo della Lega, confermando l’inutilità del responsabile di questo particolare assessorato, inefficiente, ma generoso a portare voti nelle elezioni.

La coppia di genitori con figlio affetto da particolare patologia si era vista sospesa la responsabilità genitoriale (nel 2019) da parte del Tribunale per i Minorenni di Torino, dietro segnalazioni provenienti dall'azienda sanitaria valdostana, che, come si legge nella sentenza di condanna della Regione e dell’Asl, «non avevano nessun riscontro». La richiesta era stata avanzata dall’Asl per la inadeguatezza delle scelte fatte dai genitori, che sarebbero «pregiudizievoli per l'interesse del minore alla vita e alla salute».

Nel 2023, il Tribunale torinese, dopo i dovuti approfondimenti che hanno evidenziato la mancanza dei riscontri sulla segnalata inadeguatezza (siamo in presenza dei “soliti” dannosi servizi sociali valdostani?), ha revocato le limitazioni ai genitori, asserendo che mancavano i riscontri alle accuse dell’Asl, arrivando ad affermare che, alla base dell’esposto, c'era presumibilmente il tentativo di «risparmiare sull'assistenza infermieristica e l'Usl non ha correttamente rappresentato gli eventi al Tribunale dei minorenni poiché la sua denuncia non era scaturita dalla segnalazione della pediatra, ma è stata studiata e preparata mesi prima, dando a un avvocato un incarico per studiare la questione».

Siamo in presenza di una vera e propria truffa e/o ad un’azione illecita che origina anche altri tipi di responsabilità e la richiesta di indagini e relativi eventuali provvedimenti è un atto dovuto.

È vero che la sentenza non è ancora definitiva, ma il fatto è di una tale gravità che – per salvare l’Asl, qualche assistente sociale e qualche psicologo e, forse, anche l’eventuale avvocato, se vere le conclusioni del tribunale – non può essere liquidata sarcasticamente con la battuta secondo cui la Regione è coperta da polizza assicurativa. Ci sono precise responsabilità che vanno perseguite a qualsiasi livello.

«Togliere un figlio a una famiglia, ha proseguito il consigliere leghista Andrea Manfrin, per risparmiare sulle spese di assistenza infermieristica è un fatto gravissimo se avvenuto. Chi si è reso responsabile di quanto accaduto andrebbe punito nella maniera più severa possibile per gli anni di sofferenza a cui ha costretto questa famiglia, tacciata di essere "indegna" nell'allevare i propri figli».

Ad Aosta, dove domina o, meglio, regna la giustizia ingiusta, tantissimi sono gli abusi istituzionali sui genitori, soprattutto verso il padre, estromesso dai propri figli per assecondare le lobby di genere, e nessuno affronta le ragioni di tanta violenza minorile, di cui il 70/80% sono figli di separati, e nessuno si chiede la ragione di tanti suicidi di padri separati disperati e di tanti giovani, di cui la regione valdostana ne ha il triste primato in Italia. I consiglieri regionali, uno ogni circa 3 mila abitanti, cosa fanno? Si preoccupano solo del loro posto ben retribuito con i soldi pubblici o dei problemi dei cittadini che non hanno colore politico?

Giovedì prossimo torneremo sulle inadempienze di questo importante assessorato, gestito, di fatto, da forze che nulla hanno a che vedere con le politiche sociali e con la salute dei cittadini, sulle quali, stranamente, però, nessuno apre indagini e/o accertamenti di qualunque genere. Perché?

 

Ubaldo Valentini, presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)
Contatti: tel. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., genitoriseparati.it

 

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