Protocollo sulle spese straordinarie: pericoloso bluff

 

Il dibattito sulle intromissioni dei giudici e degli avvocati locali nell’allegra applicazione della legge sull’affido nelle separazioni (protocollo sulle spese straordinarie dei figli dei separati, collocazione prevalente del minore presso un genitore e tante altre iniziative extra non previste dalla legge) è quanto mai acceso, perché il protocollo non ha nessun valore normativo e, quindi, non può essere imposto ai genitori dal giudice dell’affido.

Il giudice applica la legge, l’avvocato difende, in tribunale, il genitore, ma non può sostituirlo nella gestione della genitorialità. Gli equivoci sono proprio questi: l’avvocato non può parlare su questioni di cui non ne ha la delega e il tribunale non può legiferare al posto del Parlamento.

Il Protocollo doveva essere un accordo tra giudici e avvocati per individuare e definire i criteri per la gestione delle spese extra assegno dei figli, tenendo conto, però, che le indicazioni del protocollo ivi contenute sono indicative, ma non impositive, e non sostituiscono la legge e tantomeno possono vincolare il giudice, a cui spetta, di caso in caso, deliberare in merito. Il protocollo, contrariamente a quanto sta avvenendo, non può e non deve influenzare la prassi giudiziaria e può essere ritenuto un bluff, perché non è in grado di prevenire i conflitti tra i due genitori, le incertezze e disparità nei loro confronti. La sua vera efficacia non solo è genericamente dubbia, ma si avanzano serie critiche sia sulla sua necessità, che sulla sua opportunità, che sulla sua potenziale arbitrarietà, essendo fuori dal controllo del Parlamento.

Il legislatore volutamente non ha determinato quali siano le spese straordinarie, lasciando al giudice, caso per caso, l’obbligo di specificarle in base alle condizioni socio-economiche dei genitori e dei figli. Ha specificato, però, che sono spese straordinarie solo quelle che sono imprevedibili, eccezionali, imponderabili. Ogni, tribunale, generalmente, purtroppo, ha un proprio protocollo.

In realtà, questi protocolli non sono legittimati, non sono funzionali al genitore e ai figli e, nei confronti delle spese straordinarie “imposte” dall’altro genitore, è giustificato un “motivato dissenso", che deve essere valutato dal giudice. Considerarli come un bluff è legittimo, perché non hanno valore legale, essendo semplici linee guida che vengono interpretate diversamente dai singoli giudici; non risolvono la conflittualità genitoriale, anzi spesso sono causa di ulteriore suo incremento; possono essere arbitrari e contraddittori, perché, a causa delle interpretazioni arbitrarie, non garantiscono una equa distribuzione delle spese; per contestarli, inoltre, è necessario ricorrere al Tar, con costi elevati e non sostenibili da tutti; creano, tra i genitori, incertezza, maggiore contenzioso e una maggiore disparità di trattamento invece di risolvere i problemi.
I protocolli non garantiscono chiarezza alla gestione delle spese straordinarie, anzi, spesso, si rivelano più problematici che utili. Non sono una soluzione definitiva del problema e non garantiscono una equa ripartizione delle spese o una maggiore serenità per i genitori. Molte spese ritenute straordinarie, di fatto, inoltre, sono ordinarie e, quindi, coperte dall’assegno di mantenimento.

L’applicazione dei protocolli per le spese straordinarie risale a molti anni fa e una cosa è certa: non servono ai genitori e ai loro figli e si riscontra che il giudice, applicandolo alla lettera, si risparmia l’onere di decidere, caso per caso, esaminando tutta la documentazione di ambedue i genitori, soprattutto di quello che verrà estromesso dalla vita dei figli, mentre molti avvocati, con tabelle che non sono atti ufficiali, riducono l’impegno del contraddittorio, ma non l’entità della loro parcella.

Il protocollo – è ormai acquisito – è un pericoloso intralcio nell’affido dei minori che va contestato, in modo energico, dal genitore che si avvicina all’istituto dell’affido, opponendosi, se necessario, al proprio procuratore, se questi non vuole andare contro il Protocollo sottoscritto dall’Ordine degli Avvocati locali.

La stessa valutazione va fatta per l’affido condiviso dei figli e la collocazione prevalente dei minori presso un genitore: anche questa è stata una invenzione dei giudici (e dei legali) che non conoscono il diritto familiare e il diritto minorile.

 

Avv. Francesco Valentini, tel. 347.1155230, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.,
Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps), tl. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.genitoriseparati.it

 

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