Nominato il Comitato scientifico di Fondazione Oncologica Valle d'Aosta

Ne fanno parte Mauro Occhi, Marina Schena e Fabio Ciceri del San Raffaele di Milano

Ricostituito il Comitato scientifico della Fondazione Oncologica della Valle d'AostaÈ stato ricostituito il Comitato scientifico della Fondazione Oncologica della Valle d'Aosta, che dal 2010 si occupa di promuovere la ricerca contro il cancro.

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha deliberato i tre componenti dell'organismo: sono il direttore sanitario dell'Usl Valle d'Aosta Mauro Occhi, la direttrice di Oncologia Marina Schena e il direttore del Comprehensive Cancer Center dell'ospedale San Raffaele di Milano Fabio Ciceri.

«Desidero contribuire alla mission della Fondazione oncologica valdostana - afferma Fabio Ciceri - seguendo l'esperienza maturata nel mio istituto che ha fatto della ricerca un elemento fondante della propria identità». Il sistema della Valle d'Aosta «per le sue caratteristiche di centralizzazione, geografia e demografia del territorio, rappresenta una straordinaria opportunità per approfondire delle domande in ambito oncologico su aspetti epidemiologici, ambientali, genetici, di impatto dell’organizzazione multidisciplinare».

Mauro Occhi avrà il compito di «fare da collante tra l’anima scientifica e l’anima assistenziale di questa iniziativa», spiega lo stesso direttore sanitario dell'Usl.

La direttrice di Oncologia all'ospedale Parini segnala la volontà di portare avanti un doppio impegno: «da un lato avere alcuni focus mirati sulla ricerca, dall'altro iniziative e attività più immediatamente fruibili dalla comunità valdostana, ad esempio interventi di formazioni destinati ai ragazzi e alle famiglie. Nel settore della ricerca, che resta l'obiettivo principale della Fondazione, immagino un impulso alla ricerca in campo genomico possibilmente in sinergia con il progetto già esistente in Valle d'Aosta, che quest'anno arriva a scadenza, ma anche e soprattutto ad un rilancio di ricerche di tipo clinico all'interno dell'Azienda, ad esempio sull'utilizzo della biopsia liquida nella diagnosi e nel follow up di alcune neoplasie», spiega ancora Schena.

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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