Il ghiacciaio della Valsavarenche consumerà le sue riserve invernali nella prima metà di luglio, con un mese d'anticipo rispetto agli ultimi 23 anni
La stagione invernale caratterizzata da scarsità di precipitazioni e la primavera iniziata con temperature più altre della media del periodo hanno inevitabilmente delle conseguenze sulla salute dei ghiacciai alpini. E ancora una volta le misurazioni che giungono dalle medie e alte quote restituiscono un quadro negativo.
L'ultima segnalazione in ordine cronologico è di oggi e proviene dal ghiacciaio del Grand Etret, alla testata della Valsavarenche, dove i guardaparco specializzati salgono ogni anno dal 1999 per registrare gli accumuli nevosi al termine dell'inverno. Il dato restituito dalle misurazioni di quest'anno è il più basso della serie storica.
Muniti di paline di misurazione, i guardaparco hanno registrato un accumulo nevoso medio di appena 127 centimetri contro i 331 centimetri dell'inverno precedente. Mancano quindi oltre due metri di "copertura", con punte di 250 centimetri in meno in alcuni punti del Grand Etret.
«Le rilevazioni sono molto preoccupanti», dice l'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso nel commentare i dati del monitoraggio. La squadra inviata per le misurazioni «ha calzato gli sci da alpinismo a partire dai 2.500 m, solitamente gli sci venivano calzati a partire da 2.200 m».
Il sottile strato di neve invernale è destinato a dissolversi a metà estate. «Le previsioni, visto l'accumulo registrato, indicano che il ghiacciaio potrebbe consumare le esigue riserve invernali già nella prima metà del mese di luglio, almeno con più di un mese di anticipo rispetto agli ultimi 23 anni», segnala ancora l'Ente.
Clara Rossi
(foto da pngp.it)
