Deflusso minimo vitale, Marzi: da Legambiente visione partigiana della realtà

L'assessore al Territorio risponde alle accuse dell'associazione ribadendo che le disposizioni in vigore in Valle d'Aosta sono già allineate alle indicazioni dell'Autorità del Po

 

Derivazioni d'acqua

L'assessore regionale al territorio Carlo Marzi risponde a Legambiente dopo la lettera aperta di accusa sul rispetto del deflusso minimo vitale nei torrenti valdostani. 

«Legambiente ha preso spunto da una mia risposta resa in Consiglio per pubblicare una serie di considerazioni che, volutamente o per incompleta comprensione di quanto abbiamo affermato, rendono una visione partigiana della situazione reale che ho rappresentato», afferma Marzi. 

L'assessore conferma quanto dichiarato in Consiglio regionale la scorsa settimana sul fatto che «oggi non è necessario un provvedimento normativo per attuare il passaggio da deflusso minimo vitale a deflusso ecologico, in quanto le nostre disposizioni sono già allineate alle indicazioni fornite dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po».

Bisogna «evitare il circolare di interpretazioni o informazioni parziali, in quanto generate da giudizi di parte», prosegue l'assessore. «Quello che conta è come viene calcolata la portata che è computata secondo un sistema congruente con la definizione di deflusso ecologico; inoltre, per le nuove derivazioni idroelettriche (quelle dopo il 2006) sono previsti dei rilasci addirittura superiori a quelli proposti dall'Autorità di bacino. La Regione sta anche adottando delle metodiche molto più raffinate su un numero di casi e una estensione territoriale che non ha eguali a livello nazionale: per questo la Valle d’Aosta è citata dal Ministero della transizione ecologica quale esempio virtuoso».

L'assessore assicura che «gli aspetti ambientali sono tutelati» e che «non vi è l'intenzione di sottrarre acqua, ma che la contingenza rende necessario rivederne le misure idonee a fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici nel settore delle risorse idriche. La discussione che abbiamo avviato sul Piano di Tutela delle Acque - prosegue Marzi - rappresenta un momento di confronto importante: le sperimentazioni attive sul nostro territorio, che coinvolgono complessivamente 85 impianti idroelettrici, sono uno dei tre metodi previsti dal PTA stesso per definire la portata del deflusso ecologico».

Sul caso specifico del torrente Saint-Barthelemy, citato da Legambiente, l'assessore regionale al Territorio sottolinea che «la distribuzione delle acque è condivisa con tutti gli utenti irrigui ed idroelettrici in ordine ai comportamenti da tenere per assicurare un prelievo adeguato e garantire ai consorzi di disporre di acqua per irrigare».

«Con l'Agricoltura - conclude l'assessore Marzi nella sua risposta - sono in corso attività per la ridefinizione delle concessioni di derivazione a scopo irriguo, finalizzate a definire le modalità per il rilascio dei quantitativi necessari. A costo di essere noiosi abbiamo preferito passare dalle "favole" alla dura realtà».

 

 

redazione

 

 

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