Nel Centro d'Incontro di via Vuillerminaz, ad Aosta, l'estate si passa in compagnia
AOSTA. L'anziano di oggi, quando è in salute e non vive da solo, è spiritoso e pimpante ed è pronto ad affrontare ogni nuovo giorno con uno spirito sereno e d'accoglienza. Basta poco par riempire le sue giornate, non conosce la solitudine e la depressione, ha ancora molte risorse e vive la terza età non più come punto di arrivo, come avveniva 20 anni fa, bensì come un nuovo punto di partenza quotidiano.
Seneca nella "Lettera a Lucilio XXVI 1-2" sostiene che «il termine "vecchiaia" designa un'età stanca, ma non affranta»; ciò è vero perché fisicamente una persona anziana è stanca, dato che ha lavorato tutta la vita, ma non è infelice.
Al Centro d'Incontro per anziani di Aosta di Via Vuillerminaz, 3, si possono incontrare belle persone capaci di allargare il cuore per il modo in cui affrontano il loro quotidiano.
Salvatore Della Rosa, 79 anni ben portati, spiritoso e in gran forma, alla domanda su come passa questa estate e se sente il peso della solitudine mi ha risposto: «neanche per sogno!!! Sono tranquillo e per fortuna sto bene di salute. E' mia moglie ad essere sempre nervosa. Il giardino è un grande svago per me al mattino e al pomeriggio vengo al Centro per chiacchierare con gli amici e giocare a carte. E pensi, ma mi raccomando lo scriva, dopo 40 anni di lavoro prendo solo 830 euro al mese. E' vergognoso, ma ogni giorno si va avanti.”Il Centro d'Incontro è situato in una casa anni 60, con due stanze comunicanti, vecchie sedie di legno e relativi tavoli, un bar. Avrebbe bisogno di una pennellata di nuovo e di un po' di musica per accompagnare gli assolati pomeriggi estivi degli ospiti. Ma è lo spirito degli ospiti a renderlo vivo. Pare che il gioco delle carte al centro vada per la maggiore.
Annie Berard, 68 anni, con bel caschetto biondo, alla stessa domanda risponde con un sorriso: «durante l'estate non sento affatto la solitudine, mi organizzo. Sto bene di salute e so stare da sola. Quando lo desidero vengo al centro a giocare a carte con gli amici. Ho due figli, uno vive con me e uno è sposato e ha la sua vita. I figli hanno il loro mondo. Quando sento il bisogno di compagnia vengo qui».
Su questi esempi l’augurio per il futuro è che si formi una cultura nuova e aperta. Abbiamo la pretesa di essere tra i portatori di questa sfida, protagonisti non passivi di un futuro che vogliamo già da ora costruire per noi stessi e per le future generazioni. Il sostegno umano, oltre ovviamente alla salute, è il cardine su cui si basa la serenità di tutte le persone, soprattutto dei “giovani” anziani.
Laura Uglietti