Le segreterie regionali accusano i vertici: "cercano disperatamente consulenti per trovare soluzioni"
SAINT-VINCENT. I sindacati del Casinò di Saint-Vincent vanno ancora una volta all'attacco dei vertici della società incapaci, dicono, di presentare «un reale piano di riorganizzazione del lavoro e di rilancio, anche alla luce dell'uscita di 51 lavoratori dal 1 dicembre in base alla legge Fornero».
Già 300.000 euro sono stati spesi in consulenti, rilevano le segreterie regionali di Cgil, Cisl, Savt, Snalc e Uil, però l'azienda «continua a pubblicare bandi per la ricerca di consulenti e/o di aziende esterne o per la costituzione di comitati interni. Questo non fa altro che dimostrare che il piano industriale approvato a maggio era privo di reali contenuti e che l'attuale management non ha le capacità per presentare un progetto concreto di rilancio e di riorganizzazione. Si cerca disperatamente all'esterno o all'interno dell'azienda qualcuno che trovi delle soluzioni al posto di chi è profumatamente pagato per farlo».
Per le segreterie sindacali affidare a ditte esterne la gestione di settori come slot e sala fumatori «significa permettere a soggetti esterni di entrare nel merito delle scelte aziendali, con la conseguenza di mettere a rischio la libertà decisionale e gestionale dell'azienda. Se si vuole andare verso la privatizzazione della gestione si abbia il coraggio di dirlo, altrimenti - avvertono - questo processo deve essere immediatamente stoppato».
Cgil, Cisl, Savt, Snalc e Uil si rivolgono al presidente della Regione affinché il suo intervento «porti l'azienda ad un'inversione di marcia e che già a partire dalla riunione del prossimo 6 dicembre si possano avere delle risposte convicenti, altrimenti - concludono - sarà nostra cura mettere in atto le azioni necessarie per far valere i diritti dei lavoratori.
E.G.