Nel 2017 pervenute 180 controversie; il 41% delle sentenze favorevoli al contribuente
AOSTA. «In Valle d'Aosta, nonostante la crisi economica degli ultimi anni, il rapporto tra contribuente ed enti impositori resta connotato da minore conflittualità». Lo ha affermato il presidente della Commissione Tributaria Regionale Roberto Punzo inaugurando questa mattina l'anno giudiziario tributario 2018.
Punzo ha tracciato un bilancio dell'anno passato sottolineando il primato nazionale che la Valle d'Aosta può vantare per celerità nel risolvere le controversie: mediamente 160 giorni per il 1° grado e sei mesi per l'appello contro una media nazionale di circa due anni per ciascun grado di giudizio. Ciò permette anche di abbattere l'arretrato.
«E' innegabile - ha commentato a tal proposito il presidente della Commissione tributaria - che il raggiungimento di tempi processuali così ridotti sia stato agevolato dai limitati numeri del nostro contenzioso: nel 2017, in Valle, le sopravvenienze sono state pari a 135 nuovi ricorsi in I grado, e 46 in appello».
Qualche altro dato sul 2017: 102 sentenze emesse dalla Commissione tributaria provinciale e 45 da quella regionale; 72 controversie pendenti (contro le 100 del 2016). In primo grado le statistiche (ancora in fase di elaborazione) dicono che nel 28% dei casi l'atto impugnato è stato annullato, che nel 13% l'annullamento è stato parziale e che invece un caso su quattro è stato rigettato integralmente. In appello le sentenze favorevoli in tutto o in parte al contribuente sono il 42%.
Rischio accorpamento
Roberto Punzo ha parlato anche del rischio di accorpamento. «Dati i risultati così positivi, è auspicabile che anche per il futuro le attuali commissioni tributarie rimangano insediate nella nostra Regione - ha detto -. Poiché non è da escludere che in un prossimo futuro emergano nuovamente piani di accorpamento delle sedi, mi permetto di segnalare ai rappresentanti delle istituzioni rappresentative nazionali e regionali gli effetti negativi che comporterebbe ogni possibile “centralizzazione”. Occorre infatti migliorare e razionalizzare ciò che non va, non quello che invece funziona».
Carenza di organico
Tra le note negative evidenziate c'è la carenza di personale. Le due sezioni hanno un organico teorico di 12 componenti, ma da anni si deve ricorrere all'inserimento temporaneo di giudici provenienti da altre Commissioni per coprire i vuoti. «Nonostante la migliore buona volontà - ha dichiarato il presidente - è evidente che l'impegno nella Commissione Tributaria di questi colleghi non può che essere “part time e condizionato alle esigenze di prioritario svolgimento dell'attività“principale, giudiziaria o professionale che sia».
Elena Giovinazzo