AOSTA. Sovraffollamento, mancanza del direttore, condizioni precarie dell'edificio: alla casa circondariale di Brissogne è «in atto un pericoloso peggioramento della situazione». La denuncia è del garante dei diritti dei detenuti, Enrico Formento Dojot.
A fine 2017 l'istituto carcerario valdostano contava 196 detenuti (117 cittadini stranieri e 79 italiani), quindici in più rispetto alla capienza regolamentare. «Pare che gli effetti degli interventi normativi adottati negli anni 2013-2014, definiti “svuota carceri”, stiano scemando - ha commentato Formento Dojot nel presentare l'attività svolta lo scorso anno -. Non vorrei che, a piccoli passi, si manifestasse nuovamente lo spettro del fenomeno del sovraffollamento».
La presenza di un numero di detenuti più alto rispetto alla capienza massima per cui l'istituto è stato progettato non è che una delle problematiche vissute tra le mura di Brissogne. «Carenza di progettualità, assenza del direttore e del comandante della Polizia penitenziaria, edificio in condizioni di criticità: ne esce un quadro sconfortante», dice Formento Dojot. Lo scorso il suo ufficio ha trattato 138 istanze da parte dei detenuti : il 44% di queste riguarda l'organizzazione della casa circondariale, 30 casi invece si riferiscono al diritto alla salute.
Alcuni problemi rimangono senza soluzione, come la questione dell'acqua potabile che potabile non è. Già da mesi i guasti al vetusto impianto di depurazione della struttura hanno costretto ad improvvisare distribuendo acqua in bottiglia al personale e ai detenuti in attesa che sia pronta la soluzione a lungo termine, cioè l'allacciamento alla rete idrica del Comune di Brissogne, che però richiede ancora tempo. Nei giorni scorsi il problema dell'imbevibilità dell'acqua si è ripresentato e ha scatenato le proteste dei detenuti placate dagli agenti della polizia penitenziaria e dal ritorno dell'acqua in bottiglia.
Il garante dei detenuti ha provato ad occuparsi anche di questo aspetto, ma lo stesso Formento Dojot ha ammesso di sentirsi «spesso vox clamantis in deserto visto che tali problematiche, portate all’attenzione degli organi competenti, restano sostanzialmente senza soluzione.»
Intanto il magistrato di sorveglianza di Novara, competente per i detenuti del carcere valdostano, ha presentato un esposto per condotte colpose contro la salute pubblica.
Marco Camilli