BRISSOGNE. La casa circondariale di Brissogne potrebbe aver rischiato una epidemia di legionella e a tutt'oggi non possiede un sistema permanente in grado di annullare o quantomeno ridurre il pericolo di diffusione del batterio. E' quanto emerge da una corrispondenza tra il sindacato di polizia penitenziaria Osapp e la direzione dell'istituto carcerario valdostano da cui si intuisce inoltre che né il personale né i detenuti sarebbero stati avvisati del pericolo corso.
La corrispondenza, resa nota dal vice segretario di Piemonte e Valle d'Aosta del sindacato Carmelo Passafiume, ha origine da un comunicazione in cui l'Osapp denunciava la «presunta presenza del micidiale batterio della legionella del nostro istituto. Sembrerebbe che l'incapacità della caldaia a raggiungere temperature idonee a sterilizzare l'acqua comporto il rischio della presenza di tale batterio», scriveva il sindacato nella lettera.
Nella risposta il comandante di reparto Di Martino ha confermato che il batterio era presente nella rete idrica. «A seguito di tempestiva richiesta di intervento», si legge infatti nella risposta fornita all'Osapp, lo scorso 7 maggio una ditta specializzata è «intervenuta per eseguire una disifenstazione di tutta la rete dell'acqua calda sanitaria». Le analisi effettuate in seguito hanno confermato che «la sanificazione ha permesso di eliminare le alte concentrazioni del batterio, riportando i valori della norma». Intanto «si è provveduto a inoltrare formale richiesta all'ufficio tecnico presso il Prap al fine di ottenere il finanziamento necessario all'installazione di un apposito impianto di prevenzione, con dosaggio continuo, di prodotto antilegionella».
Per l'Osapp comunque il pericolo non è passato. «Non ci risulta - sottolinea infatti Passafiume - siano stati avviati accertamenti sanitari per sapere se taluno del personale o delle persone detenute abbia contratto il micidiale virus». Per il sindacato «è facile dedurre» che prima della sanitifazione «il personale residente in caserma e i detenuti ignari abbiano usato giornalmente le docce e, l'inalazione dell'acqua infetta è il principale modo di contrarre la legionella».
Questa, conclude l'Osapp, è «la ciliegina sulla torta di una situazione di degrato nella gestione della casa circondariale Aosta che adesso sta sconfinando le responsabilità amministrativa e veleggia verso ben altre responsabilità».
Marco Camilli