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Se ne è tornato a parlare con insistenza dall'ottobre scorso ed un convegno a Courmayeur proprio in questi giorni rilancia la proposta nata in sintonia tra tre nazioni diverse (Francia, Svizzera ed Italia): la candidatura del Monte Bianco (o se preferite Espace Mont-Blanc) a patrimonio mondiale dell'umanità da inserire nella lista dell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura.
In questo periodo in Italia le proposte di inserimento in quella lista molto importante si moltiplicano e sono le più disparate: dalla pratica della transumanza alla pizza napoletana soltanto per fare due esempi peculiari e potremmo scommetterci sopra, magari con unibet codice bonus, che le candidature andranno ulteriormente ad aumentare in un futuro prossimo.
Il primo passo per il riconoscimento è nato nel 2000 da parte francese e molto più recentemente anche l'Italia ha deciso di appoggiare l'iniziativa tramite la Regione Valle D'Aosta. Come spiegato nel corso di un evento dall’assessore all’Ambiente valdostano Jean-Pierre Guichardaz, cercare di inserire il Monte Bianco nel patrimonio Unesco è un processo lungo in cui si richiede un impegno corale di tutte le forze in campo, con importanti step tecnici e politici ravvicinati per riuscire nell'impresa.
Vari importanti esperti stanno curando in modo certosino le fasi preliminari per la predisposizione del dossier della candidatura. Tra loro spicca l’architetto e urbanista François Cristofoli, consulente dell'Unesco Word Heritage Convention presente anche al convegno di Courmayeur.
Tutti i protagonisti del progetto non nascono neppure l'obiettivo temporale. Entro il 2022 si reputa che sia potenzialmente possibile avere il Monte Bianco all'interno del patrimonio dell'umanità Unesco. Un marchio che indubbiamente potrebbe maggiormente tutelare tutto il patrimonio ambientale circostante e nel contempo sviluppare ancora di più il turismo e l'imprenditoria locale sempre votata ad un approccio green.
Stando a chi sta seguendo il progetto, le possibilità per il Monte Bianco sono elevate visto che il valore immateriale della montagna è percettibile in vari continenti in particolare in Sud America ed ovviamente da tutti paesi che ospitano il meraviglioso sistema montuoso dell'Himalaya in Asia Centrale ovvero Bhutan, Cina, India, Nepal e Pakistan.
Che arrivi o meno l'inserimento (ovviamente non si può che sperare e sostenere la candidatura), l'attrattiva e la bellezza del Monte Bianco sono fuori discussione così come la sua ricchezza ecologica e geomorfologica. Ogni anno il Mont Blanc ospita oltre sei milioni di visitatori tanto da occupare il terzo posto al mondo come luogo naturale più visitato in ogni continente.
Il riconoscimento Unesco potrebbe aiutare gli amministratori locali nel tutelare questo meraviglioso patrimonio da preoccupanti problemi per il prossimo futuro come la progressiva perdita di naturalità e l’inquinamento, il particolar modo nella valle dell’Arve. Il riconoscimento internazionale sarebbe dunque un modo per far applicare con fermezza misure pubbliche di protezione del paesaggio e del modo di vivere dei suoi abitanti.
Ricordiamo infine come già oggi il Monte Bianco sia laboratorio scientifico e regione pilota della Convenzione delle Alpi per i corridoi ecologici e per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Altro aspetto da non sottovalutare in vista della candidatura Unesco.