Caro autostrada, Marquis: non ci sono novità

audizione

AOSTA. Nessuna notizia in arrivo per i valdostani e gli automobilisti che si confrontano quotidianamente con il caro pedaggi autostradali. In II Commissione consiliare oggi sono stati auditi i due parlamentari della Valle d'Aosta e i vertici di Rav e Sav, le due società che gestiscono i tratti di A5 entro i confini regionali. Il risultato è che «non ci sono novità», come riferisce il presidente della Commissione Pierluigi Marquis.

Le audizioni sono state organizzate dopo che, lo scorso ottobre, il Consiglio regionale ha approvato una specifica mozione. Nel frattempo è arrivato il 2019 e con esso i nuovi aumenti sulla Aosta - Monte Bianco.

«Il congelamento degli aumenti su parte della rete autostradale nazionale al 31 dicembre 2018, che non ha peraltro coinvolto le tratte valdostane, è solo temporaneo - ricorda però Marquis - e sarà oggetto di una prossima negoziazione con le società interessate. Anche il precedente Governo aveva bloccato le tariffe per alcuni anni ma ha poi dovuto riconoscere un aumento cumulativo di quanto non precedentemente autorizzato, che ha portato nel caso della RAV a un incremento, nel 2017, del 52% delle tariffe sulla tratta Aosta-Monte Bianco.» Insomma, «il tema delle tariffe autostradali è oggetto di grande preoccupazione» e soluzioni all'orizzonte non ce ne sono.

Il problema riguarda le convenzioni «che limitano lo spazio di intervento amministrativo rispetto alla contrattazione che si potrebbe avere nel caso di una nuova convenzione». Nel caso di Sav e Rav le convenzioni scadranno soltanto nel 2032 e quindi per almeno dodici anni gli aumenti non potranno essere bloccati.

«Tra le due delicate situazioni, quella che desta maggiore apprensione riguarda la RAV» dice ancora Marquis parlando di «aumenti tariffari non sostenibili» da qui al 2032 per l'autostrada dell'Alta Valle. Torna quindi l'idea di trasformare Rav una società pubblica sotto il controllo della Regione. In questo modo, dice il presidente della Commissione , si potrebbe «estendere la durata della concessione e, conseguentemente, definire delle politiche tariffarie compatibili con lo sviluppo della mobilità interna alla Regione e l'accessibilità turistica», aggiunge Marquis.

Totale contrarietà all'ipotesi viene espressa da Mouv'. «Non abbiamo nessuna speranza di ridurre i pedaggi, a meno che la Regione o lo Stato non investano 18 milioni di euro l'anno per compensare gli ammortamenti e i mancati guadagni», dice il consigliere regionale del movimento Roberto Cognetta. «Oppure - aggiunge - si può evitare allungando gli anni di ammortamento, ma questo si può fare solo se la società è pubblica. Conviene alla Regione acquisire la maggioranza delle quote societarie? Per noi la risposta è assolutamente no, anche se qualcuno della maggioranza attuale continua a insistere in tal senso».

«A questo - continua Cognetta - si aggiunge la certezza che il Tunnel del Monte Bianco chiuderà per lavori alla volta per almeno due anni. La chiusura del traforo non farà altro che aggravare il problema.»

 

 

 

Clara Rossi

 



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