Preoccupazioni del sindacato per il trattamento degli agenti penitenziari da parte della direzione dell'istituto carcerario
L'Osapp-Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria continua a rimarcare le difficili condizioni della casa circondariale di Brissogne. Dopo la visita del viceministro Paolo Francesco Sisto, secondo il quale la valutazione per Brissogne è «largamente positiva», il sindacato ribatte parlando di situazione che invece «sembra peggiorata» dal punto di vista dell'ambiente di lavoro degli agenti penitenziari.
Recentemente il sindacato aveva reso noto la lettera di un giovane agente che si è dimesso Lamentando un ambiente di lavoro «tossico». L'Osapp afferma che «non risulta che siano stati svolti approfondimenti sulle motivazioni di quelle dimissioni. Nel frattempo, i procedimenti disciplinari sembrerebbero essere aumentati in modo esponenziale. Si è registrato - e lo si segnala con preoccupazione - un uso discutibile dei sistemi di videosorveglianza, con l'installazione di telecamere persino in prossimità dei servizi igienici destinati al personale».
«È paradossale - prosegue il sindacato - che la rimozione di una di queste sia avvenuta solo dopo il danneggiamento di un'altra da parte di un detenuto. Se confermato, questo episodio rappresenterebbe una grave violazione della privacy e della dignità dei lavoratori. Il sistema di valutazione del personale, anziché motivare, avrebbe generato diffuso malcontento. E in occasione di recenti disordini, anziché analizzare in modo trasparente le carenze gestionali e organizzative, si è proceduto con una nuova raffica di sanzioni, scaricando la responsabilità solo su chi era in servizio».
Il segretario regionale Carmelo Passafiume evidenzia un altro aspetto: «Ci sono da recuperare 5 mila ore di servizio, di lavoro non retribuito a cui si aggiungono più di 700 riposi settimanali non ancora concessi. In totale, si tratta di oltre quattro anni di lavoro complessivo non fruito, tra ore accumulate e riposi mai goduti. Numeri del genere non sono solo una questione sindacale. Sono un campanello d'allarme che richiede interventi urgenti e concreti».
M.C.