La clinica di Saint-Pierre ospedale Covid? 'No, se la Regione non copre i costi'

L'Isav mette le mani avanti: dedicare la clinica per 18 mesi all’emergenza non è al momento possibile

 

clinica di Saint-Pierre

SAINT-PIERRE. Trasformare per un anno e mezzo la clinica di Saint-Pierre in un ospedale per l'emergenza Covid-19 non è possibile, a meno che la Regione non si accolli tutte le conseguenze economiche legate ad una scelta di questo genere. Lo afferma l'Isav, l'Istituto clinico della Valle d'Aosta che gestisce la struttura in cui sono stati allestiti 35 posti letto dedicati ai pazienti contagiati.

"La Clinica di Saint-Pierre, ben consapevole del suo ruolo nella Regione, ha dato fin da subito disponibilità per fare fronte all’emergenza sanitaria legata al COVID-19", spiega l'Isav, però la struttura è nata con altri scopi dunque non può trasformarsi in un ospedale Covid per un lungo periodo di tempo. La disponibilità dei 35 posti letto sino alla fine di giugno e a collaborare nel prossimo autunno se ce ne sarà bisogno sono confermate, però "la richiesta di dedicare la Clinica per ben 18 mesi all’emergenza sanitaria appare al momento non ripercorribile".

Le ragioni sono più di una e tutte sono da ricondursi alla questione economica. "La richiesta - spiega l'Istituto clinico - non fa alcun riferimento ad un piano progettuale che, tenuto conto anche degli aspetti strutturali e di personale, possa dare evidenza degli investimenti, che dovrebbero essere necessariamente a carico della Regione, idonei per l’adeguamento della struttura". Si parla di un pronto soccorso, una terapia intensiva, un laboratorio adeguato alle necessità e della necessità di impiegare medici specialisti infettivologi, anestesisti, pneumologi.

"La clinica di Saint Pierre è struttura che, attraverso il suo lavoro, garantisce l’occupazione di 100 persone e rappresenta anche un importante volano per l’indotto locale sia per i fornitori del territorio che per il turismo. Tale mutamento di destinazione - avverte l'Isav - comporterebbe dei gravi danni economici e finanziari alla struttura. Questi effetti dovrebbero necessariamente essere compensati da un impegno di spesa previsto in via preliminare da Regione".

La clinica dice comunque di essere disponibile a "supportare la Regione, per quanto di nostra competenza, nella gestione dell’attività sanitaria", ma non "a totale discapito di una struttura che, da sempre ha contribuito alla valorizzazione del territorio e che invece, senza le necessarie rassicurazioni, finirebbe, in una visione di medio-lungo periodo, per svuotare la propria attività".

 

Clara Rossi

 

 

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