L'associazione, che oggi celebra la sua giornata mondiale, è in prima linea sul territorio con 191 volontari
AOSTA. I volontari valdostani celebrano oggi la giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Per il Comitato regionale della Valle d'Aosta e per i due Comitati di Aosta e Saint-Vincent questa è l'occasione per presentare un bilancio della situazione per l'emergenza Covid.
La CRI è stata ed è tra le associazioni più attive in questo periodo di pandemia. Da Pont-Saint-Martin a Courmayeur i suoi volontari si occupano di supportare la popolazione, controllare la temperatura negli ospedali e all'ingresso delle sedi degli uffici pubblici, gestire le persone in quarantena, consegnare farmaci e alimenti a domicilio, rispondere alle richieste di informazioni dei cittadini che telefonano al numero verde istituzionale, trasportare i tamponi oro-faringei che la Valle d'Aosta invia a Torino, Milano, Firenze e Roma. Una mole impressionante di lavoro che si traduce in oltre 24.000 ore di servizio svolto gratuitamente, 5.640 interventi effettuati e più di 42.000 chilometri percorsi dai 191 volontari che hanno dato la propria disponibilità.
"Il personale tutto ha dato una prova di impegno, sensibilità e maturità che difficilmente si poteva prevedere", il commento soddisfatto del presidente del comitato regionale, Paolo Sinisi, che non nasconde di aver dovuto superare anche qualche momento di incertezza. In particolare quando c'è stato da intervenire a Pontey, l'unico comune valdostano che ha subito l'isolamento totale. "Avevo visto in televisione la situazione di altri Comuni in zona rossa e, quando ci è stato chiesto di intervenire a Pontey, ho avuto un attimo di perplessità", ammette Sinisi. I Comitati però non si sono lasciati intimidire dalla sfida. "Abbiamo così impostato un sistema di lavoro che ci ha permesso di offrire tutto il supporto necessario alla popolazione", spiega il presidente regionale.
In aggiunta al grande impegno richiesto, la Croce Rossa valdostana e i due comitati hanno dovuto superare una sfida tutta nuova: reinventare il modo di lavorare e di organizzare gli impegni. Non essendo possibile organizzare gli abituali incontri per raccordare il personale né tenere briefing per valutare passo passo la situazione e impostare il lavoro, tutta la Croce Rossa ha dovuto riprogrammare le proprie abitudini per operare al meglio.
Oggi l'emergenza è ancora in corso e la CRI mantiene il suo impegno in campo, ma con un occhio rivolto al futuro. Tante persone in questo ultimo periodo hanno chiesto di entrare a far parte dei volontari ma finora non è stato possibile perché i corsi di formazione, obbligatori, non possono essere organizzati a causa della pandemia. Sicuramente però in futuro coloro che hanno dato la propria disponibilità saranno ricontattati.
Infine un auspicio espresso del presidente del Comitato di Saint-Vincent, Davide Dellea: "il distanziamento sociale resta, ma bisogna intenderlo come distanziamento fisico: i rapporti sociali, anche in vista della crisi economica che seguirà quella sanitaria, restano fondamentali".
Elena Giovinazzo