Coronavirus, l'appello del mondo dello spettacolo valdostano: senza aiuti non ce la faremo

Lettera aperta firmata da artisti, tecnici, registi e società del mondo dello spettacolo per dare un futuro al settore

 

spettacoli

AOSTA. Riporta più di 80 firme la lettera aperta inviata dai lavoratori dello spettacolo valdostani alla Regione per chiedere un sostegno concreto al settore messo fortemente in crisi dalla pandemia di coronavirus.

"Come è accaduto per altre categorie, il nostro fatturato si è di fatto azzerato, ma molti di noi continuano ad avere delle spese importanti da sostenere", spiega il nutrito gruppo di firmatari che comprende musicisti, produttori, direttori tecnici, attori, tecnici, fonici, registi, cantanti, insegnanti, coreografi, autori. "Siamo consapevoli - dicono - che nei prossimi mesi gli assembramenti di persone saranno da evitare per scongiurare una seconda ondata di contagi; nonostante una possibile riapertura di cinema e teatri a inizio giugno, nella garanzia ditutte le condizioni atte a minimizzare il rischio di diffusione del Covid 19, le agenzie e gli organizzatori di eventi prevedono una ripresa effettiva dei lavori non prima della primavera 2021, quando, si spera, saremo tornati alla normalità".

"Qualcuno penserà che stiamo parlando di servizi superflui, di cui si possa fare ameno in un momento come questo, e certamente ora è così, nostro malgrado. Eppure - spiegano - riteniamo che la nostra categoria contribuisca in modo sostanziale allosviluppo socio-culturale e all’indotto e crescita turistica, e che il nostro lavoro sia uno tra i principali veicoli di promozione del territorio: concerti, festival, spettacoli teatrali o di danza, feste popolari e tradizionali sono uno dei biglietti da visita della nostra regione e uno strumento di crescita culturale ed economica di cui beneficiano diversi altri settori produttivi e, di fatto, l’interacollettività".

I lavoratori del settore aggiungono che "ad oggi, non esiste nessuno che ci rappresenti e ci tuteli. L'eterogeneità delle tipologie di lavoro e dei contratti del settore fanno sì che molti di noi non possano affidarsi ad un’associazione di categoria. In un momento così difficile per la nostra regione e il nostro paese chiediamo di non dimenticarsi di noi: prendiamo atto che alcune misure sono state prese (a livello nazionale e regionale), ma riteniamo non siano sufficienti, a causa dell’estensione diperiodo di crisi che ci riguarderà in maniera più forte rispetto a molte altrecategorie. Senza un aiuto da parte delle istituzioni - concludono -, rischiamo concretamente di non riuscire a superare questa fase di stallo economico. Da parte nostra possiamo garantire la stessa passione e determinazione con cui portiamo avanti i nostri progetti e la professionalità che contraddistingue il nostro operato".

 


Clara Rossi

 

 

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