Coronavirus: pubblicati i nomi dei 143 deceduti in Valle d'Aosta

Una triste lunga lista cancella la dignità dei defunti

 

morteAOSTA. Sono rimasto allibito nel leggere su due importanti siti nazionali di informazione i nomi e cognomi dei 143 deceduti in Valle d'Aosta "per" o "concausa" coronavirus. Gli articoli spiegano che la lista è stata presa dall'Unità di crisi della Valle d'Aosta. Se corrisponde al vero che l'Unità di crisi della Valle d'Aosta abbia divulgato l'elenco dei 143 deceduti, mi chiedo con quale criterio lo abbia fatto.

Ma mi permetto di chiedere ai responsabili delle testate giornalistiche on line che hanno pubblicato l'elenco a quale regola deontologica di questa importante professione si sono ispirati per elencare 143 nomi e cognomi che rappresentano 143 storie di affetti, di dolore e di memorie private.

Siamo abituati a leggere nelle epigrafi i nomi dei defunti con i ringraziamenti o gli appelli dei familiari. Da queste epigrafi qualche volta nei ringraziamenti si può dedurre il motivo del decesso. Qualche volta si pubblica nome e cognome e la natura della morte dei personaggi pubblici. Ma non tutti i 143 morti legati al coronavirus erano personaggi pubblici. Alcuni di loro probabilmente volevano andarsene in silenzio e nel ricordo di chi li ha amati. Anche un defunto insieme ai suoi familiari ed amici hanno diritto alla riservatezza ed a quella che comunemente chiamiamo privacy.

Oggi tutto questo è stato spazzato via in un click. Così io che conoscevo "tizio di Aosta" scopro che è deceduto per coronavirus mentre i familiari che volevano mantenere nel privato il loro dolore non possono più farlo. Ora ci sono 143 storie di uomini e donne messe in vetrina per una scelta a me incomprensibile.

Gettare altro dolore che quello che hanno patito hanno provato e provano i congiunti non è, secondo me, sana informazione ma triste spettacolarizzazione di una tragedia che continua e non si sa quando finirà. E' un brutto e triste precedente che spero non sia l'inizio di una condotta che porterà a gestire i defunti in due categorie: quelli generici con tutti i loro diritti e quelli morti per coronavirus senza nessun diritto. Se questo è un esempio del nuovo mondo che ci aspetta tremo al pensiero di quello che potrà accadere a tutti noi.

 

Marco Camilli

 

 

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