Skyway, Corte dei Conti segnala 'criticità e illegittimità'

Dall'affido diretto dei lavori al calcolo dei canoni, tanti dubbi della Sezione di controllo sulla gestione di Funivie Monte Bianco

 

SkywayCOURMAYEUR. La Sezione di controllo della Corte dei Conti della Valle d'Aosta ha rilevato "molteplici profili di criticità, e in qualche caso di sicura illegittimità" nell'esaminare la situazione di gestione della società Funivie Monte Bianco, S.p.A. partecipata al 50,01% da Finaosta.

La relazione riguarda il periodo tra il 2011 e 2017 e si focalizzazione sulla realizzazione della SkyWay.

L'analisi, pubblicata nei giorni scorsi, valuta nel dettaglio tutte le fasi della realizzazione dell'opera evidenziando, per ognuna di esse, alcune problematiche. Già a partire dalla progettazione "non risulta", si legge nella relazione, "che sia stata effettuata alcuna verifica della capacità professionale dei soggetti esterni incaricati della progettazione, la cui selezione, pur se superabile attraverso l’asserita conoscenza della società affidataria, non si è comunque svolta, non rinvenendosene traccia nel provvedimento".

Altre criticità riguardano l'affidamento dell'esecuzione dei lavori: secondo la Corte "il ricorso al mercato era scelta obbligata e inevitabile, alla luce delle chiare prescrizioni provenienti dal panorama normativo", invece la Regione ha proceduto con l'affidamento diretto "in violazione del quadro normativo nazionale ed eurounitario di riferimento, stante l'esclusione di qualsiasi procedura concorrenziale". Tutto ciò in funzione di una legge regionale, la n. 38/99, "della cui corretta applicazione nella specifica fattispecie vi è ragione di dubitare".

La relazione evidenzia anche la "assoluta originalità" del contratto di gestione di Skyway. La Sezione di controllo lo descrive come un "negozio misto a carattere prevalentemente concessorio, orientato alla realizzazione ed allo sfruttamento dell’opera, la cui fruizione è destinata alla collettività" e che "suscita a questa Sezione notevoli perplessità".

Altri rilievi riguardano il calcolo dei canoni di concessione avvenuto con "elementi di valutazione non completamente condivisi da questo Collegio".

Infine la relazione si concentra sul Consiglio di amministrazione, composto da cinque membri. "Sul piano dei costi, il regime del consiglio di amministrazione si riveli rispettosa delle prescrizioni di legge", si legge, però "restano inesplicate le ragioni poste a base del mantenimento del numero di cinque componenti, giustificato sulla base di una motivazione stereotipata ed impiegata, orizzontalmente, per tutte le partecipate regionali".

 

Marco Camilli

 

 

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