Legislatura zombie, addio

Oggi si chiude (speriamo) la XV legislatura della Valle d'Aosta

 

Consiglio regionale

AOSTA. Oggi si chiude la XV legislatura della Valle d'Aosta. Più che una affermazione, è una speranza.

Ormai da un anno, forse anche di più, ogni seduta del Consiglio regionale offre uno spettacolo peggiore della precedente. E quando si pensa di aver raggiunto il fondo, inesorabile con la riunione successiva arriva la smentita. Per questo l'augurio del tutto personale è che quella di oggi sia davvero l'ultima.

Certo la Valle d'Aosta proviene già da due legislatura tutt'altro che facili, ma l'ultima ha dimostrato che davvero al peggio non c'è limite.

È complicato anche per chi ha seguito da vicino i lavori seduta dopo seduta immaginare un bilancio che non sia intriso di momenti imbarazzanti, a tratti sconcertanti. Negli ultimi mesi si sono vissute così tante situazioni irreali, assurde, fuori da ogni logica che è impossibile ricordarle tutte.

Vien da pensare che, convinti che la situazione in termini di credibilità sia irrecuperabile, certi politici si siano lasciati andare ai comportamenti più sfrontati. Ciò che rimane a noi spettatori è un senso di squallore che travolge anche chi, in aula e fuori, in questi due anni si è seriamente impegnato per dare un proprio contributo alla comunità cercando di fare il proprio meglio.

Si è arrivati al punto in cui, per scrivere un articolo di giornale, ci si debba limitare al condizionale perché, all'improvviso, tutto diventa il contrario di tutto, le affermazioni di un giorno vengono ribaltate il giorno dopo, chi prima stava di qua adesso sta di là e se di mattina dico sì al pomeriggio voto no. Persino una legge approvata oggi, domani rischia di essere cambiata con il voto di chi aveva sostenuto la precedente versione.

Sembra che nemmeno il velocissimo web riesca a stare dietro alla celerità con cui certi nostri politici saltellano di qua e di là.

A questo punto ci si chiede che senso abbia riportare le affermazioni di un certo esponente se dopo poco lo stesso dice  e fa cose opposte. Che idea può farsi un elettore delle idee, delle capacità di un politico se oggi legge bianco e domani legge nero? Il risultato (voluto?) è un caotico ammasso di dichiarazioni e smentite, atti e contro atti che generano confusione, dubbi e, in ultimo, stanchezza e disinteresse. Scriverei schifo, ma sarebbe troppo volgare quindi evito.

E pensare che i lavori dell'aula sono, tra virgolette, l'apparenza della politica, ma apparenza intesa come ciò che si vede: un gruppo di persone in giacca (e caravatta) che discutono civilmente di determinati argomenti portando il proprio contributo e punto di vista per arricchire il dialogo e migliorare quei provvedimenti che andranno a favore dell'intera comunità.

Se l'apparenza è quella che vediamo, ci si domanda chissà cosa accade dietro le quite. Spesso la risposta, terribilmente sbagliata ma spontanea, è: meglio non saperlo.

La legislatura in realtà è finita almeno un anno fa ed è morta con le dimissioni di dicembre per le inchieste sullo scambio di voti politico-mafioso. Quello che abbiamo visto negli ultimi mesi è uno zombie: un governo con una maggioranza che perde pezzi giorno dopo giorno, totalmente scoordinato, mosso dal puro istinto di sopravvivenza. Come uno zombie appunto, che anche privo di una gamba o di un braccio pensa solo all'andare avanti senza porsi il problema del dove sta andando. E nel frattempo divora tutto ciò che di vivo gli passa davanti con il solo obiettivo di fare un passo in più. Magari nella direzione di un burrone, ma pur sempre un passo in più.

Continuando il parallelo con il fim sugli zombie, un paragrafo ingiustamente piccolo va dedicato a due co-protagonisti di questo scenario apocalittico. Anzitutto una opposizione incline al buttarla in caciara, al lanciare accuse con il solo obiettivo di innervosire e progettare scambetti utili esclusivamente ai propri giochi politici. E poi certi personaggi indefinibili che amano i voti segreti. Ma qui si va oltre la capacità politica e amministrativa del singolo e si invade di prepotenza la dimensione delle facce di bronzo. Meglio fermarsi qui perché, come già scritto, meglio non essere volgari.

Oggi dunque si chiude la legislatura. Più che una affermazione, è una speranza. E la speranza, si sa, è l'ultima a morire. Sopravvive persino agli zombie.

 

 Marco Camilli

 

 

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