Lavevaz: Roma non ascolta le Regioni. Iniqui i divieti di spostamento

Il presidente della Regione risponde anche al ministro Boccia: le scelte fatte sono coerenti con piano pandemico e Dpcm

 

Erik Lavevaz

AOSTA. "Non abbiamo difficoltà a prenderci la responsabilità in ambito sanitario. Le scelte che abbiamo fatto nelle ultime tre settimane sono coerenti con il piano pandemico e il Dpcm, questo è evidente. Abbiamo dati da scenario 3 da settimane e se abbiamo fatto dei passaggi è perché la situazione sanitaria ce lo permetteva". Il presidente della Regione Erik Lavevaz risponde alla missiva del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia aggiungendo un altro tassello allo scontro istituzionale tra Aosta e Roma sulla gestione dell'emergenza Covid-19.

Il presidente della Regione è intervenuto oggi pomeriggio durante la seduta del Consiglio Valle per fare il punto della situazione dopo l'ultima videoconferenza con il governo italiano sulle nuove disposizioni che blindano il Natale e il Capodanno.

Dibattito acceso in Conferenza delle Regioni

"C'è stato un dibattito molto acceso in Conferenza delle Regioni e abbiamo tutti preso atto che, dopo le tante ore di riunioni, in questo Dpcm, non è stato accolto praticamente niente delle richieste dei governatori. Quindi la Conferenza non si esprimerà" sulle nuove disposizioni, ha spiegato Lavevaz, descrivendo i colleghi presidenti come "infastiditi" dalle decisioni del governo.

Lo scontro si è fatto particolarmente acceso sul blocco degli spostamenti dal 21 dicembre tra Regioni, anche se gialle, e poi anche sul divieto di uscire dal proprio Comune il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio. Una disposizione considerata "iniqua". "Ci sono Comuni come Roma milioni di abitanti e poi ci sono Comuni piccoli, in cui non c'è neanche un ristorante. Per come è scritta questa norma non ci si può spostare neanche per il pranzo di Natale, che però è ammesso". Il divieto in questo "crea una grande disparità tra i territori".

Anche sugli impianti di sci "nulla è stato recepito" delle proposte dei governatori. La chiusura è confermata almeno fino al 7 gennaio, quando gli impianti potranno riaprire se ci sarà il protocollo che adesso è al vaglio del Comitato tecnico scientifico.

Sulla scuola l'orientamento è di mantenere il 100 per cento di Dad fino al 7 gennaio e successivamente di passare ad un 50 per cento in presenza e 50 per cento di didattica a distanza.

Esautorate le competenze delle Regioni

Secondo Lavevaz inoltre alcune delle ultime decisioni prese da Roma comportano una "presenza inopportuna" dello Stato nelle competenze regionali. Il riferimento è all'attivazione di un tavolo di coordinamento sul trasporto e l'attività scolastica con i prefetti. "Dire in un Dpcm che sono i prefetti a definire le regole di spostamento e di organizzazione dell'ambito scolastico è un'esautorazione delle competenze delle Regioni che fa discutere".

Valle d'Aosta arancione fino al 20 dicembre

Sempre in base al nuovo Dpcm "è stato anche peggiorato" il sistema di riclassificazione dei livelli di rischio dell'emergenza Covid-19. Il passaggio da un livello all'altro sarà valido per almeno 15 giorni. La Valle d'Aosta diventerà arancione "da domenica" probabilmente, quindi per diventare zona gialla si dovrà aspettare "intorno al 20 di dicembre".

Il presidente della Regione è anche tornato sull'ordinanza del 30 novembre che rientra "nell'ambito di prerogative costituzionali. Abbiamo voluto fare questa ordinanza perché ci è sembrata piuttosto evidente che con i passaggi delle ultime settimane si sono create disuguaglianze importanti tra cittadini italiani e tra le imprese".

Sia l'ordinanza del 30 novembre, che scadrà alle 24.00 di oggi, sia quella precedente sono state approvate "nell'ambito della logica di pianificazione dell'emergenza".

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

 

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