Quindicenne sottratta al padre e portata in Francia, ass. Genitori Separati: bi-genitorialità negata

Da più di un anno e mezzo il padre di Aosta non vede né sente la figlia, portata in Francia dalla madre. «Un calvario»

 

Tribunale di Aosta

AOSTA. Si chiama diritto alla bi-genitorialità il diritto dei bambini, sancito per legge, a crescere accanto ad entrambi i genitori, anche e soprattutto quando questi si separano o divorziano. Di diritto alla bi-genitorialità torna ad occuparsi l'associazione Genitori Separati per la tutela dei minori segnalando il caso di un padre di Aosta che non vede più la figlia quindicenne da oltre un anno e mezzo, cioè da quando la madre l'ha portata in Francia senza più fare ritorno in Valle d'Aosta.

Per il padre aostano «è iniziato un calvario», dice l'associazione, «a causa del discutibile rimbalzo delle competenze tra il tribunale di Aosta e quelli francesi».

L'affido della minore, prima esclusivo al padre, è diventato congiunto con collocazione prevalente dal papà ad Aosta. La madre poteva portarla in Francia nei fine settimana cui era affidata. Nel week end tra l'8 e il 10 novembre 2019 la minore ha superato il confine insieme alla madre e da allora non è più tornata ad Aosta, spiega l'associazione. 

Nella vicenda si intrecciano cause e denunce in tribunale. Quella della madre che accusa l'ex marito di maltrattamenti psicologici nei confronti della ragazzina a lui affidata. Denuncia «archiviata con pieno riconoscimento della correttezza dell'azione paterna». Nel 2020 la Corte di Appello di Grenoble «aveva condannato questa madre a risarcire il padre con settemila euro, mai versati e la madre non mai contribuito al mantenimento della figlia, nonostante abbia un reddito elevato». Contro la madre è anche aperto un procedimento al tribunale di Aosta per sottrazione di persona incapace. Intanto «un tribunale francese, senza sentire il padre, ha accolto le tesi materne, ha rigettato l'istanza di rimpatrio, sulla base di attestati di liberi professionisti ed istituzioni private, a sostegno l'insolito "stato di ansia" della ragazzina, oggi quindicenne, e una relazione superficiale e contraddittoria di una psicologa francese, ritenendo veritiere le pilotate dichiarazioni rilasciate dalla minore ai gendarmi francesi di un paesino di campagna. La madre, invece - evidenzia l'associazione Genitori separati -, invitata più volte dalla Procura della Repubblica di Aosta, si è sempre rifiutata di portare la figlia anche in una zona neutra, predisposta per le audizioni». La figlia «era felice con il padre, come affermano genitori, professori, medico di famiglia e conoscenti affermano, ma non sono mai stati sentiti dai giudici italiani e francesi».

L'associazione parla quindi di «bi-genitorialità negata». «È inderogabile - afferma - la nomina di una Ctu (consulenza tecnica d'ufficio, ndr), affidata ad un esperto professionista, che faccia accertamenti sulle manipolazioni subite dalla figlia in questi circa venti mesi e sulle reali capacità genitoriali della madre e sulla esistenza della Pas (sindrome di alienazione genitoriale, ndr). I tribunali italiani competenti - conclude l'associazione - non possono rinunciare al loro dovere di pronunciarsi sulla sottrazione di questa minore in nome di discutibili interpretazioni della convenzione dell'Aia, tanto meno permettere che i tribunali d’oltralpe decidano sul futuro della minore, basandosi sulle strategiche lagnanze materne mai riscontrate».

 

M.C.

 

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