Il Comitato sulla sentenza del Tar: 'la fiducia nel sistema giudiziario non ha pagato'
«La fiducia da noi riposta nel sistema giudiziario non ha purtroppo pagato». Così il Comitato "La Valle non è una discarica" commenta la sentenza del Tar della Valle d'Aosta che ha dichiarato in parte irricevibile ed in parte inammissibile il suo ricorso contro la discarica di Chalamy, nel comune di Issogne. «Il Tar si è limitato a recepire le osservazioni della Regione e dei proprietari e gestori della discarica sulle tempistiche del nostro ricorso e la mancanza di titolo del Comitato. Essere tacciati di aver agito in ritardo ci ferisce».
In una nota che propone una fantasiosa trasposizione della situazione di Issogne con l'ipotetica decisione fare del Colosseo di Roma una discarica, il Comitato parla di sentenza del Tar basata su una «questione di lana caprina» e di «ridicolaggine» da parte della Corte Costituzionale, che ha bocciato la legge regionale sulla gestione dei rifiuti, e dello stesso Tribunale amministrativo regionale.
«Siamo stati gli unici a muoverci concretamente per cercare davvero una soluzione al gran pasticcio di Chalamy non appena la situazione è stata resa pubblica - aggiunge il Comitato -. Sicuramente non si è mosso chi avrebbe dovuto e soprattutto potuto opporsi al disegno di aprire Chalamy ai rifiuti speciali». L'accusa è rivolta alla «politica regionale che con la scellerata delibera della Giunta Rollandin ha aperto le danze e a seguire l'ex sindaco di Issogne Delchoz che ha scelto di non prendere parte all'iter autorizzativo non partecipando alla Conferenza dei Servizi. Loro sì che avrebbero avuto titolo di tutelare salute e ambiente e non lo hanno fatto, continuiamo a pensare volutamente».
«Questa vicenda - prosegue il comunicato - mette in luce, se ce ne fosse ancora bisogno, l'atteggiamento ipocrita dello Stato che, incapace di gestire lo smaltimento dei rifiuti, affida a privati con pochi scrupoli quello che non riesce a fare esso stesso e protegge il loro operato».
Il Comitato "La Valle non è una discarica" non si scioglierà, si legge ancora nella nota, «perché non sarà questa sentenza a cambiare la realtà delle cose: la Valle non è una discarica a disposizione di imprenditori senza scrupoli che lucrano sulla pelle della popolazione per interessi privati con l'avallo dei nostri politici».
Elena Giovinazzo