L'Ordine dei medici della Valle d'Aosta: 'non siamo mercenari'

«Non è che colpevolizzando i medici, si salva la sanità»

 

«I medici non sono mercenari» che lasciano la Valle d'Aosta «alla conquista del compenso più lauto». Lo scrive in una nota l'Ordine dei medici e degli odontoiatri della Valle d'Aosta. Il riferimento è all'articolo di un settimanale valdostano sulla situazione della sanità valdostana.

«Non è che colpevolizzando i medici, si salva la sanità», aggiunge l'Ordine presieduto da Roberto Rosset. «Forse a momenti può sfuggire la nobiltà della nostra professione, che, non dimentichiamo, in Italia piange trecentosessanta morti per Covid e forse, a momenti, può sfuggire che la nostra è una professione liberale, proprio perché scelta liberamente e portata avanti da uomini liberi e indipendenti».

«Nel mese di ottobre 2005 e quindi sette anni fa, il nostro Ordine Professionale aveva fatto un'indagine fra i 670 medici valdostani» e «il disagio era già molto evidente allora». Le preoccupazioni «già allora non erano per le retribuzioni - si legge nella nota - ma per la burocratizzazione dell'assistenza sanitaria, per il rischio sempre maggiore di essere chiamati in giudizio per eventi avversi indipendenti dalla loro volontà, per la politicizzazione della sanità, per la difficoltà a curare con risorse sempre minori, per la medicalizzazione di molti problemi esistenziali, per le difficoltà di comunicazione con i pazienti, per le aggressioni verbali e i conflitti, per le implicazioni etiche di coscienza sulle decisioni. Sono questi i motivi per cui forse è poco appetibile la nostra Regione e qualche medico decide di trasferirsi in altri contesti in cui forse il sapere non è illusoriamente alla portata di tutti e in cui i medici sono ascoltati, hanno una loro autorevolezza che nessuna fake new o facebook può minacciare».I medici «non possono essere considerati passacarte con contratti a gettone: questa è la vera grande minaccia alla salute».

Attualmente, conclude l'Ordine dei medici della Valle d'Aosta, «l'arrivo di un Commissario AUSL medico, per di più specializzato in statistica medica ed epidemiologia, già Direttore Generale dell’Asl/To5 e Direttore Sanitario dell’Asl/To4, non può che essere interpretato come una inversione di rotta per una profonda volontà di cambiamento al fine di realizzare finalmente un progetto di medico e di medicina all’altezza dei tempi».

 

 

redazione

 

 

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