Insegnante al liceo, da lunedì sarà in classe per l'inizio delle lezioni. 'Bene la linea dura sul green pass, senza vaccino non usciremo'
Daria Pulz, ex consigliera regionale, è professoressa di filosofia e storia. Come decine di suoi colleghi, da lunedì tornerà in cattedra per l'inizio del nuovo anno scolastico caratterizzato dall'obbligo (contestato) del green pass Covid.
Green pass e docenti: un binomio esplosivo?
«Sono una fervente sostenitrice sia della campagna vaccinale sia del green pass. Non vedo possibilità di esplosione, basterà abituarsi ai controlli che saranno rapidi. Nessun problema quindi. E secondo me è giustissimo averlo introdotto non solo per gli insegnanti ma per tutto il personale che lavora nella scuola, anche per i fornitori e i genitori. Da poco sono arrivati i nuovi dati sui vaccini e la Valle d'Aosta è attestata al 63,3% mentre a livello nzionale siamo all'80%: è un divario pesante che bisogna colmare».
L'assessore regionale all'Istruzione è stato molto chiaro: la Regione farà rispettare gli obblighi sulla certificazione verde Covid nelle scuole. Si arriverà davvero alla sospensione del personale?
«Ho apprezzato la posizione dell'assessore su questo punto. Da quanto ho letto i non vaccinati saranno sospesi dopo cinque giorni e credo che si darà corso a questa decisione. Non si può transigere».
Nei decenni passati c'era l'obbligo di sottoporsi a tanti vaccini altrimenti non si poteva frequentare la scuola. Le proteste che vediamo oggi non c'erano allora. Cosa è cambiato?
«Non saprei. Le reazioni cui stiamo assistendo mi lasciano basita. Se tutto questo potenziale di ribellione fosse applicato alle ingiustizie, che sono tantissime, avremmo una società migliore e invece le persone si ribellano per una legge giusta, doverosa. Senza vaccino non usciremo da questa pandemia. Allo stato attuale degli studi non ci sono alternative: o ci vacciniamo o ci ammaliamo. E mentre da noi ci sono gli snob del vaccino, in molte zone del mondo non possono nemmeno aspirarvi e i contagi si diffondono pericolosamente. Il pericolo in un mondo globalizzato è per tutti».
La scelta contro il vaccino è trasversale a molte professioni, docenti ma anche medici per fare due esempi. I social hanno un ruolo in questa diffusione dell'idea no vax?
«Certo, ma non si può nemmeno demonizzarli per questo. I social sono degli strumenti. In passato si metteva meno in discussione l'autorità scientifica, anche se frange di oppositori ci sono sempre state. Oggi le minoranze hanno preso molta voce. I media danno loro molto spazio, così acquisiscono una forza che altrimenti non avrebbero».
Hai esperienza personale di tuoi colleghi che non si sono vaccinati?
«C'è un gruppo di insegnanti che si oppone, ma non riesco a capirne le motivazioni. Vedono dei rischi sugli effetti del vaccino sul lungo periodo. Non so cosa sceglieranno di fare. Al momento abbiamo tenuto delle riunioni on line e lunedì si inizia l'anno scolastico, ma in presenza ancora non ci siamo visti. Penso che saranno sospesi se non cambieranno idea. Lunedì sarà un caos generalizzato, ma non solo per il green pass».
Marco Camilli