DIA, sancita l'esistenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta

Nella relazione semestrale la Direzione Investigativa Antimafia cita il processo Geenna e «l'intervento del sodalizio nel settore politico»

 

 DIA

Nella relazione al Parlamento sulla criminalità organizzata in Italia della Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2022 c'è anche il riferimento alla presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta.

«Dopo l'evidente allarme suscitato da alcune importanti inchieste degli ultimi anni e lo scioglimento del Consiglio comunale di Saint-Pierre disposto all'esito della complessa inchiesta denominata "Geenna", l'evoluzione giudiziaria ha di fatto sancito l'esistenza di un 'locale' di 'ndrangheta in Valle d'Aosta», indica la DIA.

La segnalazione fa riferimento in particolare al giudizio d'Appello con rito abbreviato del processo Geenna e alle motivazioni in base alle quali «deve ritenersi provata l'esistenza, nel territorio della Valle d'Aosta, nel periodo in contestazione, di una associazione mafiosa denominata locale di Aosta». 

La DIA considera «di sicuro rilievo» i settori economici «infiltrati dalla mafia: "molteplici settori risultano concretamente condizionati da attività e strategie riferibili all'associazione", segnatamente quelli "dell'edilizia privata e del commercio ambulante di generi alimentari, quello delle concessioni e degli appalti pubblici con l'ingerenza nella vita politica del territorio volta ad ottenere vantaggi in termini di commesse lavorative da enti pubblici". A tali ambiti "si aggiunge l'intervento del sodalizio nel settore politico, proponendosi come organismo convogliatore di voti da indirizzare a plurimi candidati in campagne elettorali amministrative e regionali in cambio di utilità"», si legge ancora.

La relazione ricorda anche che «ulteriori elementi circa la presenza nel territorio valdostano di consorterie ‘ndranghetiste erano già emersi dagli esiti dell’operazione “Alibante” (2021), riguardante l'operatività in Val d'Aosta della cosca Bagalà, il cui procedimento è attualmente in corso a Catanzaro».

Parlando più in generale di criminalità organizzata, la relazione spiega che «per quanto attiene alla criminalità di matrice straniera, non risultano consorterie strutturate ma sono presenti gruppi di etnia albanese ed africana che operano prevalentemente nel traffico di sostanze stupefacenti, nello sfruttamento della prostituzione e nella commissione di reati contro il patrimonio. Recenti operazioni condotte dalle forze di polizia hanno confermato che le organizzazioni criminali albanesi, nei circuiti del narcotraffico internazionale, rivestono un ruolo sempre più centrale»

 

 

Clara Rossi

 

 

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