Il sindacato Asva contro il silenzio stampa della Procura

Il sindacato chiede di garantire «la qualità dell'informazione» e di salvaguardare il diritto dei cittadini a essere informati

Procura di AostaUn atteggiamento «incomprensibile» a causa del quale «l'esercizio della professione giornalistica e il diritto dei cittadini ad essere informati, il cui valore è riconosciuto dalla Costituzione, in Valle d'Aosta rischiano di essere ostacolati». Così l'Asva - Associazione Stampa Valdostana - commenta il silenzio della Procura di Aosta riguardo al presunto delitto di La Salle.

«Le disposizioni previste dalla recente riforma Cartabia, dietro cui sempre più spesso le forze dell'ordine e la magistratura si riparano, non giustificano decisioni di questo genere, con un'interpretazione restrittiva e di totale chiusura dei rapporti con gli organi di informazione - afferma il sindacato -. In poco tempo, è stato cancellato del tutto un rapporto basato su diritti e doveri che si consideravano acquisiti, in un quadro democratico ormai consolidato».

«La situazione, deterioratasi da mesi, è peggiorata ulteriormente negli ultimi giorni quando, su alcuni gravi e inquietanti fatti di cronaca - in parte tuttora irrisolti -, è calato un incomprensibile silenzio stampa, che oggi ha addirittura portato al divieto di ingresso per i giornalisti al Palazzo di giustizia di Aosta. È un fatto mai accaduto prima - prosegue Asva - e che ha, tra le sue conseguenze più gravi, il proliferare di informazioni imprecise e di ricostruzioni fantasiose, alimentate dal silenzio degli inquirenti».

Il sindacato chiede «un confronto per trovare un equilibrio: occorre garantire, in un quadro di regole, di correttezza e di reciproche responsabilità (anche deontologiche) la qualità dell'informazione e l'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini».

 


redazione

 

 

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