«Fa specie che questa rinuncia all'attuazione dell’autonomia regionale arrivi da chi fa dell’autonomia la propria bandiera»
«Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale è già obbligato a fare: dare risposta a chi chiede aiuto a morire». Questo il commento di Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, alla bocciatura da parte dell'assemblea valdostana della proposta di legge depositata da PCP sul suicidio medicalmente assistito.
Secondo Gallo e Cappato quello del Consiglio Valle è «un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici, che restano senza regole chiare e tempi certi. La competenza regionale esiste ed è stata già esercitata in Toscana, dove la legge è operativa nonostante l’impugnazione del Governo. Quando si vuole, si può», dicono. «Fa specie che questa rinuncia all’attuazione dell’autonomia regionale già esistente arrivi proprio da chi fa dell’autonomia la propria bandiera politica, tanto da chiederne ancora di più».
Il suicidio medicalmente assistito, ricorda, in Italia è già legale in seguito alle sentenze della Corte costituzionale. La legge regionale detta "Liberi Subito" servirebbe a garantire tempi rapidi e procedure chiare per evitare attese di mesi o anni, come avvenuto per Federico Carboni e Laura Santi. «Il Servizio sanitario regionale - osserva l'associazione - ha comunque il dovere di rispettare la sentenza “Cappato-Dj Fabo”, che impone un intervento tempestivo, come confermato dalle condanne subite dalle ASL che hanno rifiutato di procedere».
«Continueremo ad assistere chi chiede aiuto, a denunciare nei tribunali i ritardi delle ASL e ad accompagnare materialmente le persone che hanno diritto a esercitare la loro libertà di scelta, anche in Valle d’Aosta», concludono Gallo e Cappato.
E.G.