Tra aspettative, difficoltà e opportunità dopo la partecipazione alla trasmissione tv Amici
La band leccese La Gente è un gruppo emergente del panorama musicale italiano. Con la partecipazione ad Amici di Maria De Filippi sono arrivate nuove opportunità, ma al di là di questa esperienza quali sono i progetti, le aspettative e le difficoltà in un mondo difficile come quello della musica leggera italiana che un giovane gruppo deve affrontare? Lo chiediamo al leader della band Antonio Camilli.
Classe 1990, di Lecce, qual è la tua professione?
«Al momento provo a fare il musicista», risponde ridendo.
Questa passione quando è apparsa nella tua vita?
«La passione per la musica l'ho sempre avuta. Già quando ero piccolo ascoltavo tutti i dischi che mio padre mi passava e regalava, quindi una passione per l'ascolto, per la musica vista da semplicemente ascoltatore l'ho sempre avuta. Poi a 14 anni ho iniziato a suonare con la prima band. Da lì è nata una passione vissuta in prima persona che non se ne è più andata. Ora ho 25 anni e possono dire che suono da 10 anni».
Il primo momento emozionante, quando ti sei cimentato davanti ad un pubblico, te lo ricordi?
«Certamente, sono emozioni che non dimentichi mai. Il primo vero live su un palco con il mio gruppo La Gente è di 5 anni fa: siamo andati davanti a 5.000 persone, è stata una emozione indescrivibile. Ti passano tutte le paure sul cantare davanti al pubblico perché alla fine stai condividendo la cosa più bella per te con qualcun altro, cioè portare le proprie canzoni su un palco e condividerle con il pubblico».
Se torniamo indietro anche solo di 20 anni vediamo che il mondo della musica è completamente cambiato. Prima alcune case discografiche e alcuni produttori facevano il bello e il cattivo tempo, adesso Internet offre una marea di possibilità. Come si fa ad emergere da questo oceano di proposte?
«In questa era di Internet la musica la trovi ovunque e quasi gratis e le case discografiche sono in crisi. Hanno davvero molte difficoltà a produrti. Se lo fanno, hanno un budget molto ristretto e sono pochissimi gli eletti che riescono a convincere i discografici. Prima c'era un rapporto diverso con gli artisti: bastava che tu interessassi loro, anche magari senza convincerli appieno, ma l'importante era avere un qualcosa che faceva loro dire: ti prendiamo e proviamo a fare un disco. Ora non è più così. Col fatto che non si vendono più i dischi, se devono investire anche solo 2 lire su di te devono essere più che convinti al 100%. In questo modo sempre gli stessi a fare i dischi, perché sono artisti già affermati. Gli emergenti trovano altre soluzioni e una tra queste è Internet. Probabilmente non c'è una via semplice o breve per riuscire, devi semplicemente fare ciò che ti piace e poi il pubblico deciderà se seguirti o meno, se quella cosa che proponi può interessare o no. Non c'è un trucco. La musica è bella perché è una forma d'arte in cui ti puoi liberare, puoi dire ciò che ti pare. Non ci sono trucchi.
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Ti consideri un cantante o un cantautore?
«Io un cantante non lo sarà probabilmente mai. Sono uno che scrive le canzoni, o perlomeno ci prova. Quando ciò che faccio mi permetterà di pagare le bollette, potrò dire a tutti di essere un musicista o che comunque vivo di questo. Fino a quel momento non credo sia esatto dire che nella vita faccio il cantante».
Tu e il gruppo avete fatto anche un'esperienza importante sul palcoscenico di Amici con la De Filippi. Al di là del risultato, cosa vi è rimasto?
«L'abbiamo presa un po' come un "gioco". Volevamo provare anche questa esperienza dopo aver girato per tanti anni in Italia e aver aperto i concerti di alcune delle più grandi band italiane come i Negrita, i Tiromancino e altri. E' stata un'esperienza bellissima, al di là ovviamente del risultato. Certo, se ne esci vincitore hai cambiato la tua vita, ma comunque sia ti indirizzano su una strada. Poi devi essere bravo e capace tu di continuare su quel percorso. Il talent è un contenitore di belle idee e di sogni e se hai un progetto valido può funzionare. Anche se non lo vinci hai comunque avuto visbilità in tutta la nazione e questo ti permette di uscire fuori ed dire, come è accaduto a noi, abbiamo vinto il Puglia Sound e ci producono un disco. Che è quello che volevamo, produrre un disco.
Dunque da 1 a 10, quanto vi è servito Amici?
«Un buon 8. Quantomeno per capire cosa volevamo fare nella nostra vita».
Siete stati eliminati con la sfida secca. Non è forse stata troppo riduttiva, squilibrata, quella sfida?
«Non ho visto quanto successo come una vera sfida, cioè per me non c'era un avversario bensì un ragazzo che, come me, crede in ciò che fa e vuole provare a realizzare un sogno. La sfida lì dentro è contro te stesso, devi dimostrarti di non aver paura di nulla. A me quindi va bene tutto e alla fine è televisione, non dimentichiamocelo. Alla tv servono dei personaggi, se non sei un personaggio non funzioni tanto bene. E' televisione, ma la musica è tutta un'altra storia».
Come possono trovarvi i fan su Internet?
«Abbiamo la nostra pagina su Facebook, che è facebook.com/noisiamolagente, e siamo su Twitter, Instagram ecc. Il nostro disco è uscito il 30 giugno e si trova su iTunes e in tutti i negozi di musica in Italia. Siamo un po' ovunque quindi».
Progetti e concerti per l'estate?
«Tanti per fortuna. Abbiamo iniziato il 24 giugno e fatto due date al Sud. Continueremo per tutto luglio a suonare nel Salento, ci sono tanti concerti da fare. Dovremmo salire, ma rimanedo sempre nel Mezzogiorno, per agosto ad Avigliano, Policoro. Comunque tutto quello che riguarda i nostri live si trova sulla nostra pagine Facebook che è sempre aggiornata. Quello è il metodo migliore per seguirci».
Clara Rossi