Rocco Schiavone rappresenta l'uomo anche nei suoi aspetti negativi. E la Valle d'Aosta non è più solo una cartolina
AOSTA. Fuma troppo, e di "tutto", dice parolacce, a volte è connivente, insomma il vice questore Rocco Schiavone sta facendo parlare di sé. E non sempre positivamente.
Mi ritrovo a parlare di questa serie televisiva di Rai2. Più che la serie stessa viene messo sotto accusa il servizio pubblico: con i nostri soldi butta fango sulla Polizia di stato e non fa un buon servizio alla Valle d'Aosta.
Facciamo alcune osservazioni, la Rai non ha fatto scrivere da propri autori questa sceneggiatura, ha preso un prodotto già sul mercato dell'editoria, ovvero parte della produzione dei libri di Antonio Manzini, e li ha portati sul grande schermo. Libri che hanno venduto centinaia di migliaia di copie raccogliendo un notevole successo. Successo a tutti i livelli di critica e pubblico.
Certo questo vice questore è 'sui generis'. Essendo un una trasposizione da un libro non si può certo stravolgere i personaggi a uso e consumo proprio o per compiacere qualcuno.
In un mondo dove i buoni sono buoni, e i cattivi sono cattivi, questo personaggio è tra quelli che è schierato tra i buoni ma non è 'perfetto'. E...allora viva la faccia, viva il coraggio della verità dove per verità si intende chiamare le cose con il loro nome, anche se spiacevole.
Perché si può raccontare la storia di preti pedofili e non di una polizia che si prende delle libertà?
Perché si può raccontare la storia di insegnanti che seducono ragazzine, e non di un vice questore che si fa una canna?
Insomma perché si può sparare a zero su tante professioni, ma non su alcune?
Spesso raccolgo commenti in giro, proprio per avere spunti di scrittura, chiedo a tante persone cosa ne pensino... ma questa indignazione, letta su tanta carta stampata o lanciata via etere, per la strada non c'è e non ci sono neanche le critiche fatte da alcuni politici che si ergono a tutela di come venga speso il canone RAI.
Piace, Rocco Schiavone piace trasversalmente, piace perché è ricattabile, pieno di limiti, dice le parolacce, si disallinea da quanto dicono i suoi superiori. Diciamo rappresenta l'uomo anche nei suoi aspetti negativi.
Non è una favoletta.
Rispecchiarsi in qualcuno fragile e ruvido ci fa stare meglio e ci fa essere indulgenti con lui ma principalmente con noi stessi.
La Valle d'Aosta e la città in particolare ne escono male? Chi l'ha detto? Per parlare di un posto, non se ne devono per forza tessere solo elogi. La Valle, come tutti i posti di montagna è un luogo bellissimo, aspro ma luminoso, e questa luce in gran parte dell'anno le deriva dalla presenza della neve, che è di certo ovattata ma "fredda".
E poi se ne parla, finalmente si parla della Valle. Ora questi posti sono un'immagine chiara nel telespettatore e non solo una cartolina o un servizio di Geo&Geo.
Moltissimi ora conoscono la piazza di Aosta. Si è puntato il faro, finalmente, e non ci sono più nebbie. Hai visto mai che tutto questo faccia, sicuramente, venire la voglia di visitare... dapprima i luoghi di Schiavone e poi ritornarvi perché questi luoghi piacciono non in quanto location di un set famoso, ma perché una volta visti entrano nel cuore?
Tiziana Tuzza