La tesi del consulente della difesa di uno degli imputati è stata contestata dal pm Longarini
AOSTA. «Se assunti come alimento, i ceppi di Streptococcus bovis biotipo 2 presenti nel rumine e nelle feci dei bovini non sono concretamente pericolosi per la salute umana». Lo ha detto in Tribunale di Aosta, secondo quanto riportato dall'Ansa VdA, il professore Valerio Giaccone, consulente della difesa del veterinario Claudio Trocello, accusato di aver contribuito a distribuire forme (del caseificio artigiano di Variney) di Fontina rossa e contenenti questo batterio nel processo sul bestiame contaminato e la Fontina adulterata. Il motivo, secondo Giaccone, ordinario di "Ispezione e controllo dei prodotti alimentari di origine animale" all'Università di Padova, sta nel fatto che questi ceppi negli esseri umani «non sono in grado di sintetizzare quelle tossine che sono prodotte, invece, da Streptococcus gallotycus». Tesi che non ha convinto il pm Pasquale Longarini, che ha ricordato la letteratura su questo batterio, reperibile anche accedendo a siti internet specializzati, e in cui «si dice tutt'altro».
Giaccone inoltre ha definito efficaci le procedure di pastorizzazione dello zangolato. Il pm gli ha quindi chiesto: «Lei lo mangerebbe?». «Mangiarlo no - ha risposto il professore - ho detto che poteva essere destinato ad altre lavorazioni».
L'udienza a Palazzo di giustizia riprenderà domani.
redazione