Dal ponte di Châtillon un tuffo per fuggire dalla vita
Queste tristi notizie di persone che hanno voluto abbandonare questa vita ci arrivano in molti modi: da amici, parenti, dai social e non solo. Noi con i nostri articoli cerchiamo di dare voce a chi non ne ha più. L'angoscia, lo smarrimento, il dolore di chi rimane deve essere rispettato, ma bisogna far riflettere coloro che hanno la responsabilità del benessere sociale su quanta strada sia ancora necessario fare. Non bastano i vocalizzi nei tavoli organizzati occasionalmente. Serve una struttura sanitaria più vicina nei fatti, e non a parole, nei confronti dei più fragili.
Sono stanco, quasi nauseato, di scrivere queste cose dopo il ripetersi di queste grandi tragedie. Stanco e nauseato perché conosco bene le risposte dei responsabili del sistema sanitario della Valle d'Aosta: "va tutto bene". Non si risolve il problema dei suicidi con una rete in più messa su di un ponte, ma qualcosa potrebbe fare. Ma sfortunatamente neanche quelle reti si riescono a mettere.
Marco Camilli