The Stone, sentenza: mancano prove di un patto corruttivo

Pubblicate le motivazioni della sentenza di assoluzione del gup di Aosta nel processo per corruzione

The StoneDei ragionevoli dubbi sulla tesi dell'accusa hanno portato all'assoluzione di Ezio e Tiziano Colliard della impresa Vico Srl e per l'architetto Valerio Cappelletti nell'ambito dell'inchiesta sulla costruzione del condominio The Stone a Breuil Cervinia. Lo scrive il gup Davide Paladino nelle motivazioni della sentenza di assoluzione "perché il fatto non sussiste" dello scorso dicembre.

L'accusa sosteneva che Colliard e Cappelletti, quest'ultimo in qualità di membro esperto della commissione edilizia del Comune di Valtournenche, avessero stretto un patto corruttivo: soldi in cambio delle autorizzazioni alla costruzione del contestato condominio. Al momento del loro arresto era stato sequestrato un assegno di circa diecimila euro considerato un anticipo delle somme che l'imprenditore edile avrebbe promesso all'architetto per facilitare l'ottenimento dei permessi. Il giudice però ha ritenuto la tesi dell'accusa non sufficientemente provata.

La sentenza depositata nei giorni scorsi mette in evidenza «carenze probatorie in merito alla sussistenza del patto corruttivo fra i soggetti coinvolti» e anche l'assenza di «altre presunte condotte agevolatrici di Vico» da parte dell'architetto al di là del voto favorevole alla pratica. In più la difesa aveva presentato una ricostruzione alternativa «non del tutto implausibile ed inverosimile» dei fatti accaduti. Impossibile di conseguenza per il gup procedere con una «affermazione certa della penale responsabilità degli odierni imputati. Deve pervenirsi, pertanto, ad una pronuncia assolutoria degli stessi, pur con formula dubitativa».

Anche le dichiarazioni di Colliard sul fatto di poter condizionare la decisione della commissione sarebbero semplicemente «improvvide» e principalmente «ipotesi, suggestioni, progetti, sfoghi, e talvolta anche millanterie, senza che si possa affermare che da esse possa trarsi, anche in via deduttiva, la prova certa dell'esistenza di un patto corruttivo».

 


Marco Camilli

 

 

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