L'indagine partita da Udine riguarda numerose badanti georgiane che lavorano in diverse parti d'Italia
Coinvolge anche la Valle d'Aosta la vasta indagine partita dalla Squadra mobile di Udine sul soggiorno illegale di numerose badanti di nazionalità georgiana.
Gli accertamenti coordinati dalla procura di Udine sono iniziati dopo la presentazione in Questura, da parte del responsabile di una società cooperativa di badanti, di un elenco di nominativi di donne georgiane che hanno fatto richiesta di lavoro dichiarandosi comunitarie ed esibendo documenti di identità di Paesi dell'Unione Europea come Slovacchia, Polonia e Bulgaria.
Come spiegato dalla polizia, quei documenti identificativi ai fini del rilascio del relativo codice fiscale comunitario consentivano alle georgiane di accedere al mondo del lavoro e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari aggirando le norme che regolano l'ingresso e la permanenza sul territorio nazionale dei cittadini extracomunitari.
Le badanti si erano poi spostate in diverse zone d'Italia, dove sono scattate le perquisizioni, tra Friuli Venezia Giulia, province di Padova, Treviso, Trento, Bolzano, Milano, Firenze, Prato, Macerata, Roma e Napoli e anche in Valle d'Aosta. Sette donne sono state arrestate e ventuno denunciate per possesso e fabbricazione di documenti falsi.
L'indagine non è terminata: sono in corso ulteriori attività per risalire ai soggetti che hanno procurato alle donne i documenti falsi, dietro il corrispettivo di una somma di denaro che va dai 300 ai 600 euro.
Marco Camilli