Furti in Valle d'Aosta, una vittima racconta il suo dramma

 

Graziella ha subito due furti in poco più di un anno: «le forze dell'ordine fanno quello che possono, il problema è la legge»

Polizia-scientificax300AOSTA. «Così non va bene, così non va bene. Bisogna fare qualcosa di diverso. La legge è dalla parte dei ladri, noi non ci sentiamo tutelati». C’è tanta rabbia e tanta preoccupazione nella voce di Graziella (nome di fantasia), una delle vittime dei furti compiuti di recente sulla collina di Aosta.

La donna vive sola col figlio in un condominio in zona via delle Betulle composto da due corpi, uno di 11 e l'altro di 4 alloggi. Lei abita in quest'ultimo ed è stata l’unica ad essere stata “visitata”. «E’ accaduto venerdì mattina – ci racconta -. quando non c’era nessuno in casa. Sono rientrata dal lavoro verso l’una e ho trovato l’appartamento devastato».

I ladri per entrare si sono dimostrati particolarmente agili e attenti. Dei quattro appartamenti uno è al momento vuoto, altri vicini erano al lavoro e quelli del terzo appartamento sono usciti di casa verso le 10,30. E' allora che i topi d'appartamento sono entrati in azione passando da una finestra che dà sulle scale, due metri più in basso, raggiungibile dal tetto. Una volta all’interno «hanno aperto tutto, tirato fuori tutto forse perché non hanno trovato quello che cercavano». Sì perché questo non è il primo furto subito da Graziella.

Quasi tutti gli oggetti preziosi, i gioielli e gli ori, per un valore di circa 20.000 euro, le erano già stati rubati una domenica di 15 mesi fa. In quell’occasione, ci racconta , era uscita per un momento di casa e tanto è bastato ai ladri per mettere a segno il colpo. Probabilmente entrarono usando una chiave perché non c'erano segni di scasso. «Sapevano dove andare. Secondo i carabinieri era qualcuno che conosceva bene la casa» spiega.

Venerdì scorso invece i ladri hanno messo a soqquadro le stanze e finito per rubare capi di abbigliamento: piumini leggeri principalmente, ma anche numerosi bikini custoditi in una valigia utilizzata poi per portare via la refurtiva. «Sono poi scesi nella camera di mio figlio e si sono portati via altri due piumini, lo zaino e una felpa. Tutte cose nuove».

«Sono più di 22 anni che abito qui - continua a raccontare - e non c'è mai stato un furto in questo condominio - sottolinea -. I miei vicini sono più benestanti di me, io sono la più "poveraccia" di tutti e mi sono stupita che avessero scelto di nuovo a mia casa. Quando ho aperto la porta e mi sono accorta di cosa era successo ho cominciato ad urlare dalla rabbia: mi sono sentita presa di mira. Poi mi sono calmata, ho realizzato che le dinamiche dei due furti erano diverse e mi ha fatto ancora più rabbia perché era la seconda volta. I miei vicini sono rimasti sgomenti e iniziano a pensare che sia un accanimento nei miei confronti, anche se, ripeto, le dinamiche sono diverse».

Ora c'è molta paura. «La prossima volta cosa faranno? - si chiede - Non troveranno niente e mi spaccheranno la casa? Mi porteranno via i piatti e le posate? Ho nel guardaroba indumenti in pelle... torneranno per prendere pure quelli?». Graziella pensa alle misure di prevenzione. Ne parlerà alla prossima riunione di condominio: «Ho intenzione di mettere delle telecamere, allarmi, fare di tutto per dissuadere. Non si può più stare tranquilli».
Le forze dell'ordine «per quanto mi riguarda, fanno quello che possono» dice, anche se emerge amarezza nel suo tono di voce. Nel primo caso sono intervenuti i Carabinieri. «Sono stati molto comprensivi - spiega -. Io ero chiaramente sconvolta e sono rimasti con me tantissimo tempo. Hanno aspettato la scientifica, sono andata con loro in caserma, hanno guardato tutto e girato per il cortile per capire da dove potessero essere entrati. Questa volta invece i Carabinieri non sono potuti intervenire e hanno mandato la pattuglia della Polizia. Hanno guardato quasi niente, hanno scritto due appunti... li capisco, la refurtiva non era granché ma essendo seconda volta avrebbero potuto metterci un po' più di attenzione. Io sono una donna, vivo da sola con mio figlio... Per loro era routine».

Per il primo furto il colpevole non è stato trovato mentre questa volta c'era un'impronta sulla finestra scassinata, ma è ancora da chiarire a chi appartenga. «Secondo me tra i ladri c'era anche una donna» aggiunge Graziella. «Ho trovato un capello lungo che non è il mio... lo farò notare quando formalizzerò la denuncia».

Il problema, continua, non è l'impegno messo dalle forze dell'ordine nel trovare i colpevoli perché «per quanto mi riguarda, fanno tutto quello che possono anche se nel mio caso non sono certo contenta. Non è un problema loro, è un problema di legge. Se vengono presi e non fanno nemmeno un giorno di carcere...  Io ho più paura di quello che possono fare alle persone. Se arrivi a casa e trovi qualcuno, cosa succede? Io ho un figlio: se non ci sono io e c'è lui da solo in casa? Sono spaventata da questa possibilità, al di là della rabbia per l'intrusione e la violazione della propria intimità».

 

Marco  Camilli

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