Casinò, Chatrian (Alpe): poca chiarezza su aumento costi ristrutturazione

Casinò, Chatrian (Alpe): poca chiarezza su aumento costi ristrutturazione

 

Spesi 120 milioni a fronte degli 83 previsti. Rollandin: il piano di sviluppo indicava solo una stima dei costi

AOSTA. I lavori di ristrutturazione del Casinò di Saint-Vincent sono stati più dispendiosi del necessario? La domanda è stata posta in Consiglio regionale da Albert Chatrian, capogruppo di Alpe, con una interrogazione firmata anche dal gruppo Misto e rivolta al presidente della Regione per conoscere chi abbia autorizzato i lavori effettuati tra 2012 e 2014.

L'ipotesi di una spesa eccessiva è emersa durante le audizioni in II Commissione consiliare sul dossier casa da gioco. "Un consulente incaricato dalla Casa da gioco prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione ha dichiarato che si è voluto spendere molto di più di quello che era necessario" riporta l'interrogazione discussa in aula. La stima dei costi era di 83 milioni, ma valore degli investimenti supera i 120 milioni. «I conti della serva non tornano e i dubbi aumentano» ha commentato Chatrian.

Nella risposta il presidente della Regione Augusto Rollandin ha ricapitolato l'esoborso sostenuto per la ristrutturazione: «i costi per la ristrutturazione del Billia e della Casa da gioco ammontano a 89.621.201 euro per investimenti capitalizzati, evidenziati nei bilanci della società approvati dall’Assemblea dei soci e trasmessi annualmente al Consiglio regionale, e a 30.545.239 euro per investimenti spesati, che indicano i costi correlati all’investimento, con particolare riferimento agli oneri aggiuntivi di carattere gestionale, sostenuti dalla società durante il periodo di effettuazione dei lavori in relazione alla scelta, condivisa con la Regione, di mantenere aperta l’attività durante i lavori.»

Ancora Rollandin: «il piano di sviluppo indica una stima dei costi, come cifre di larga massima, proprio perché non si tratta di una progettazione preliminare bensì di linee di indirizzo alla cui realizzazione ha provveduto in concreto la Casinò de la Vallée spa, individuata nel piano come stazione appaltante in virtù di un mandato senza rappresentanza conferitole dalla Regione.»

Secondo Chatrian è mancata chiarezza: «la risposta del Presidente Rollandin lascia la domanda irrisolta: chi, a livello di proprietà, ha autorizzato l'allora Amministratore unico a realizzare questi lavori supplementari che hanno generato costi molto più elevati rispetto a quanto approvato dal Consiglio regionale? Non c'è uno straccio di documento o di delibera, ma si parla genericamente di accordo con la proprietà. Questi 120 milioni di euro dovevano essere autorizzati formalmente.»

 

E.G.

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