L'emergenza Coronavirus nei Comuni valdostani raccontata dai sindaci / parte 3

Ne parlano i sindaci di Châtillon, Issime, Pontboset, Rhêmes-Saint-Georges, Saint-Christophe, Bionaz, Gressoney-Saint-Jean e La Magdeleine

 

sindaci

AOSTA. Come vivono i singoli Comuni della Valle d'Aosta la situazione di emergenza Coronavirus? Lo abbiamo chiesto direttamente ai sindaci facendoci raccontare come le comunità locali hanno reagito alle restrizioni sulle libertà di movimento e qual è la situazione nei diversi territori.

La situazione di Châtillon è spiegata dalla sindaco Tamara Lanaro. «Il periodo non è particolarmente facile, i miei cittadini stanno vivendo da reclusi con tanta preoccupazione. Si spostano unicamente per necessità. Si sono attivati in Comune vari gruppi di volontariato che operano anche nel resto del territorio valdostano i quali si sono divisi i compiti di consegnare i farmaci, recapitare a domicilio la spesa e il ritiro dei rifiuti. Sempre nel rispetto delle normativi vigenti, molti privati hanno offerto la disponibilità dei propri mezzi per essere utili in questo momento di emergenza, inoltre sono a conoscenza di alcuni gruppi privati che stanno confezionando delle mascherine da distribuire all'occorrenza. Io e miei dipendenti siamo sempre operativi e pronti ad intervenire sul territorio tempestivamente, come molti in questo periodo diamo la nostra disponibilità a discapito della vita privata per il bene nostro e della comunità. Invito tutti a tenere duro e a rispettare tutte le normative ,presto potremo ritornare a condurre una vita normale. Un saluto affettuoso va alle persone più fragili di Chatillion : bimbi e anziani ai quali in questo momento mi sento particolarmente più vicina».

Per Issime parla il sindaco Christian Linty. «In paese si vive un clima di apprensione, molte sono le preoccupazioni che affliggono gli abitanti. Posso comunque affermare che sono abbastanza rispettosi delle varie ordinanze e si attengono responsabilmente a tutte le limitazioni imposte. La comunità di Issime è molto solidale e come in tutte le piccole realtà di montagna la condivisione è ancestrale, tra vicini ci si controlla e si è subito pronti ad intervenire nel momento del bisogno, ovviamente usando tutte le precauzioni possibili. Chiedo a tutti di portare pazienza, di restare positivi e di tenere duro. Ce la faremo, tutto finirà per il meglio».

Paolo Chanoux spiega la situazione di Pontboset. «Gli abitanti di Pontboset stanno reagendo con grande responsabilità, non si avvisano al momento delle criticità e si avverte uno spiccato senso di compartecipazione, tant'è che l'amministrazione non ha avuto la necessità di attivare particolari servizi poiché la comunità è autosufficiente: tra vicini si sono organizzati per gestire le varie esigenze che sono nate con le restrizioni del periodo, naturalmente usando tutte le precauzioni obbligatorie. La solidarietà della gente di montagna è diffusa anche nella mia comunità che non ostenta gesti eclatanti e opera nel riserbo più assoluto, una caratteristica che contraddistingue il popolo valdostano. Bisogna aver fiducia e credere che presto tutto passerà e dovremo in seguito impegnarci molto ad una rapida ripresa».

Rhêmes-Saint-Georges con la sindaco Laura Cossard. «Non è facile restare a casa, ma i miei cittadini lo stanno facendo molto bene rispettando tutte le
direttive ministeriali. Ci riteniamo fortunati poiché viviamo lontani dalla città dove uscire in giardino è per noi ancora possibile. Ringrazio va tutti coloro che in questo periodo si sono adoperati a tenere aperte le attività, permesse dal governo, per continuare a dare un servizio agli abitanti ed anche coloro che invece hanno aperto il loro negozio anticipatamente per rendersi utili, mi riferisco ad un caseificio, un mini market ambulante e ad un negozio in paese, generalmente aperto nei periodi di alta stagione. Siamo fortunati che al momento non ci sono persone risultate positive al Covid-19 nel nostro territorio. Invito tutti a continuare a rispettare tutte le limitazioni previste. Tutti insieme ce la faremo a superare l'emergenza sanitaria. Un pensiero e una preghiera per tutte le persone e le famiglie che hanno perso i loro cari. Per ultimo ringrazio di cuore alle persone e agli enti che sono in prima linea e quelli che invece ci permettono di restare a casa senza farci mancare il necessario».

Paolo Cheney parla della situazione di Saint-Christophe. «Dopo un primo momento di smarrimento generale, dove le persone erano alcune preoccupate e altre invece avevano sottovalutato la situazione, adesso ritengo di poter dire che hanno tutti compreso la gravità della situazione e responsabilmente stanno rispettando i decreti ministeriali e regionali. L'amministrazione si sta adoperando per fornire il massimo supporto alle famiglie in isolamento e agli anziani che vivono soli. Dopo ormai due settimane di restrizioni riceviamo telefonate di persone sofferenti che chiedono quando decadranno i divieti per poter uscire e a malincuore dobbiamo invitarli ad avere pazienza e ad essere positivi. Come in tutto il resto della valle, anche a Saint-Christophe si sono mobilitati dei gruppi di volontari formati dai vigili del fuoco, dagli alpini e altre associazioni, e si sono resi disponibili a svolgere sul territorio varie mansioni. Abbiamo messo in atto un procedimento per contrastare il virus, quindi bisogna attenersi alle regole imposte dallo Stato: stare a casa e se si deve uscire mantenere le distanza di sicurezza, solo così potremo riappropriarci al più presto delle nostre vite e delle nostre abitudini».

A Bionaz con il sindaco Armand Chentre. «La mia comunità sta rispettando con responsabilità tutte le normative e l'amministrazione, in collaborazione con le forze dell'ordine, vigila sul territorio ma ribadisco che al momento tutti hanno accolto con senso civico le varie direttive statali e regionali. Le famiglie si sono ben organizzate e sono autosufficienti, quindi al momento non è stato necessario coinvolgere nessuna associazione di volontariato. Invito tutti a rispettare le normative vigenti e ad organizzarsi le giornate, per quanto sia consentito, per evitare di farsi sopraffare dai cattivi pensieri. È necessario essere positivi.»

La situazione di Gressoney-Saint-Jean con il sindaco Luigi Chiavenuto. «Non è facile per nessuno attenersi scrupolosamente alle normative vigenti e molti fanno un grande sacrificio, come ad esempio tutti coloro che hanno dovuto sospendere le loro attività. Però lo dobbiamo fare per il bene della comunità. Al momento nel mio comune possiamo ritenerci fortunati perché non ci sono casi gravi, rimangono però sempre altri aspetti che preoccupano profondamente le famiglie: la scuola, le attività, il lavoro. Tra la gente si respira una grande disponibilità che ad oggi non è stata indispensabile perché ci troviamo in una situazione di privilegio rispetto ad altre realtà. Ribadisco comunque che sia da privati cittadini che da vari gruppi di volontariato abbiamo riscontrato tanta solidarietà. Auguro a tutti di trovare le forze per affrontare con energia il futuro e per essere pronti a ripartire.»

Emilio Dujany riassume la situazione a La Magdeleine. «In comune vivono all'incirca un ottantina di persone ed al momento non si riscontrano casi positivi, quindi possiamo ritenerci fortunati. Qui si respira un clima tranquillo. Le persone escono esclusivamente per necessità e sono tutti ligi alle norme. Abbiamo in paese un negozio di alimentari che è sempre aperto e ben fornito. L'amministrazione ha creato un gruppo di whatsapp per condividere quotidianamente tutte le informazioni e per essere più vicini ai cittadini in caso di bisogno. Colgo l'occasione di ringraziare il Celva che è stato di supporto in questi giorni e tutti i gruppi di volontari che si sono resi disponibili. Uscite da casa il meno possibile e collaborate con l'amministrazione e con le forze dell'ordine rispettando i decreti».

 

Clara Rossi

 

 

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